1. In vacanza, in spiaggia, leggo un libro (part 1)


    Data: 18/05/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: tamerlano_, Fonte: Annunci69

    ... lui rimane lì.
    
    Quando attraverso il pezzo di spiaggia che mi separa dalle mie cose passo affianco al padre. I suoi occhi mi seguono come un faro. Arrivo al mio telo, mi siedo, senza preoccuparmi troppo dei movimenti, metto il cappello, raccolgo il libro, lo apro, alzo lo sguardo.
    
    Il padre mi sta scrutando con fare indagatore. L’occhiata che gli rivolgo parte dal basso e non è diretta, sento il rossore diramarsi attraverso i capillari delle mie guance, i capezzoli sono ancora duri e sensibili, le mie labbra si chiudono colpevoli.
    
    I suoi occhi mi dicono che hanno capito.
    
    Questa volta sono io che sposto lo sguardo in basso. Il suo boxer rivela un gonfiore interno che mi fa ripensare al figlio. I miei capezzoli sono scossi da un brivido.
    
    L’uomo si alza. Mi guarda ancora, poi comincia a camminare allontanandosi dal mare. Oltre le dune c’è una pineta.
    
    È vero, sono proprio una troia.
    
    Ma ora so che non posso essere la troia di un ragazzo di venti anni.
    
    [Continua… forse].
    
    Su una spiaggia per famiglie come quella da sola non ci sarei mai andata. Normalmente.
    
    Sono una ragazza socievole e sociale, ma anche timida. Per questo avevo accettato di fare quel viaggio in Salento con Tiziana: spigliata, simpatica, una PR mancata.
    
    Avevo però sottovalutato che Tiziana è anche un animale da discoteca. La mattina è knock out.
    
    Ma per diamine siamo venute al mare, ed io andrò al mare!
    
    La spiaggia e’ affollata di tavoli, ombrelloni e bottiglie di ...
    ... plastica.
    
    Avevo appena recuperato il mio colorito normale, dopo che un’onda d’urto di sguardi attempati mi aveva investito mentre mi sfilavo gli abiti di dosso sfoggiando il mio nuovo bikini rosso (non dovevo ascoltare Tiziana: quello slip rivelava troppo il mio sedere).
    
    Metto su gli occhiali da vista, prendo il mio libro e lo apro, cercando una posizione che non dia adito ad ulteriori voli pindarici delle numerose linee patriarcali tutt’attorno a me.
    
    Sono una bella ragazza. Lo so. Non me ne vanto mai e non sono esibizionista. In genere non do’ sfoggio delle mie curve, ma le ore di palestra ed un buon corredo genetico mi hanno regalato un sedere marmoreo che inevitabilmente attira piu’ sguardi di quanti vorrei. Forse anche per via dei miei fianchi sottili e della linea ricurva della mia schiena, regalo, quelli, dei dieci anni di danza.
    
    E poi il mio seno sta perennemente su, anche a 32 anni. Potrei tranquillamente fare a meno del reggiseno, ma lo uso lo stesso, perche’ i miei capezzoli tendono ad indurirsi facilmente e diventano troppo visibili, ingenerando vagonate di imbarazzo che mi fanno arrossire con una precisione snervante.
    
    Ho il nasino all’insu’, come in una canzone francese, lineamenti delicati, occhi chiari e pelle piuttosto scura. Piu’ di qualcuno mi ha detto, pensando di adularmi, che somiglio ad un personaggio di Milo Manara e nel momento stesso in cui me lo hanno detto ho capito cosa speravano di ottenere da me.
    
    Ecco il motivo di quegli sguardi sincronizzati di ...
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