In vacanza, in spiaggia, leggo un libro (part 1)
Data: 18/05/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: tamerlano_, Fonte: Annunci69
... colpisce anche le pareti interne della fica. Spingo il culo indietro per favorire quel contatto, sono completamente aperta, mi sta montando come un dio.
“Cosa sei?”, mi chiede.
“Una… t…ro…iuaaaa”.
“Di chi?”
“Tu…uaaa… TUA! Scopami, sfondami… sfondami il culo ti prego non resisto piu’ scopamicomeunatroia…fammisentiretroia…nonresistovengoooo”.
Ed e’ stato cosi’ che ho scoperto cosa e’ davvero il sesso ed a cosa serve: a riconnetterci con la parte primitiva di noi stessi, a ricordarci cosa siamo al netto della civilta’ che ci siamo incollati addosso.
Mentre vengo sento il mio culo riempirsi di sborra. Non voglio piu’ rinunciare a quella sensazione calda, densa, avvolgente, piena. Mentre viene lui molla gli scogli e mi stringe a se’, strizzandomi le tette. Ci rotoliamo nell’acqua, annaspando, trattenendo il respiro. Gli ultimi colpi nel mio culo me li da’ mentre siamo in balia della corrente, ma non ci interessa. Esplodiamo entrambi completamente avvolti dall’acqua e continuiamo a rotolare per un po’. Poi sento il suo cazzo abbandonare il mio culo.
Non ...
... ci sono troppe parole dopo, lui mi dice solamente “brava”.
Poi io torno a riva, lui rimane li’.
Quando attraverso il pezzo di spiaggia che mi separa dalle mie cose passo affianco al padre. I suoi occhi mi seguono come un faro. Arrivo al mio telo, mi siedo, senza preoccuparmi troppo dei movimenti, metto il cappello, raccolgo il libro, lo apro, alzo lo sguardo.
Il padre mi sta scrutando con fare indagatore. L’occhiata che gli rivolgo parte dal basso e non e’ diretta, sento il rossore diramarsi attraverso i capillari delle mie guance, i capezzoli sono ancora duri e sensibili, le mie labbra si chiudono colpevoli. I suoi occhi mi dicono che hanno capito.
Questa volta sono io che sposto lo sguardo in basso. Il suo boxer rivela un gonfiore interno che mi fa ripensare al figlio. I miei capezzoli sono investiti da un brivido.
L’uomo si alza. Mi guarda ancora, poi comincia a camminare allontanandosi dal mare. Oltre le dune c’e’ una pineta.
E’ vero sono proprio una troia. Ma ora soche non posso essere la troia di un ragazzo di venti anni.
[Continua… forse].