1. In vacanza, in spiaggia, leggo un libro (part 1)


    Data: 18/05/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: tamerlano_, Fonte: Annunci69

    ... sprezzantemente noncurante della situazione.
    
    Mi mette a disagio, però mi incuriosisce per pochi secondi, fino a quando lo scavalco concentrando il mio sguardo sul mare dietro di lui, per poi tornare alla lettura.
    
    Solo quando poso gli occhi sul libro mi accorgo che le mie cosce divaricate, complice lo slip scelto da Tiziana, hanno creato un effetto “sottovuoto” attorno al mio pube, quasi un camel toe. Allo stesso tempo, insinuandosi tra natiche e telo, quello slip può facilmente istigare la fantasia di un occhio più avventuroso. Improvvisamente sento il peso del mio seno posato pigramente sul ventre piatto e lo stridio della goccia di sudore che dalla fronte scivola rapidamente lungo il collo e verso la clavicola. Prego con tutta me stessa che non prosegua in mezzo ai seni, ma ovviamente va proprio lì.
    
    Presa da quel panico che è preludio a me ben noto di rossore, getto gli occhi in avanti e trovo i suoi che non hanno smesso di scrutarmi per un solo secondo. E continuano. Quell’uomo non conosce imbarazzo o educazione. E la cosa peggiore è che la donna accanto a lui non osa nemmeno ribellarsi, ma si sforza di guardare altrove. Solo per un attimo concentra i suoi occhi ambrati e furiosi su di me, mentre i miei provano a scusarsi, ma ne ottengono solo una ruga in piu’ attorno all’ambra dei suoi e poi l’indifferenza.
    
    Le mie mani si affrettano a rimediare. Infilo un dito dentro lo slip, lungo il pube, per staccare il tessuto dalla pelle. Ma sono un disastro: nel fare ciò ...
    ... non faccio altro che concedere agli occhi torvi di lui una sbirciata. Se stava guardando lì avrà sicuramente scorto le mie grandi labbra asciutte e richiuse su loro stesse, prima che lo slip ricomponesse il tutto.
    
    Lo guardo. I suoi occhi sono esattamente lì in quel momento. Ma ora stanno penetrando i miei. Mi sento nuda. Lui lo capisce e li lascia scendere lascivamente lungo il mio collo, la clavicola. Li sento quasi sfiorarmi quando iniziano a scivolare in mezzo ai seni, raccolti verso il centro dalle mie braccia che tengono il libro in basso. Ora so con certezza che i miei capezzoli sono duri, così come so che lui li sta guardando.
    
    Assorbita dall’intensità di quello sguardo non mi sono accorta che altri due occhi stanno strisciando lungo la mia pelle, come un rivolo di sudore che passando la solletica.
    
    Sono quelli di un ragazzo di circa venti anni. Anch’essi torvi, accigliati, poco inclini al sorriso, ma spolverati con l’ambra della madre. Il ragazzo è seduto sulla sabbia, poco distante dall’uomo. È sicuramente il figlio. Un ragazzo di una bellezza intrisa tanto della brezza inebriante del mediterraneo quanto dell’afa bollente del Sahara.
    
    Il suo corpo è asciutto, longilineo, più minuto di quello del padre, ma nerboruto e definito.
    
    Mi sento schiacciata dalla loro attenzione insistente e spregiudicata.
    
    Guardo in basso, ma i miei occhi, tradendomi, di tanto in tanto tornano a loro, li controllano. Sono inconsciamente terrorizzata dall’idea che uno di loro si ...
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