1. In vacanza, in spiaggia, leggo un libro (part 1)


    Data: 18/05/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: tamerlano_, Fonte: Annunci69

    ... alzi e si avvicini per trascinarmi via. Ho già appoggiato il libro sopra le cosce, per privarli di qualunque scusa per fissarmi.
    
    Mi assale un dubbio, sposto lo sguardo oltre il mio naso: i capezzoli lottano contro il costume. Sono durissimi. Mi conosco, so bene che chi è al mio lato li può vedere sporgere vistosamente sotto il costume. Ma anche dal punto di vista dei due uomini di fronte c’è poco da immaginare. La luce zenitale del sole disegna un’ombra inequivocabile sul mio seno. Sussulto e nel farlo percepisco i capezzoli ormai sensibilissimi sfregare contro il tessuto.
    
    Non reggo più questa pressione. Sono tentata di andarmene, non mi è mai piaciuto sentirmi “aggredita” dagli sguardi maschili, ma non voglio permettere a due incivili di rovinarmi quella bella giornata di mare.
    
    Decido di andare in acqua.
    
    Nel sollevarmi sento lo slip di nuovo incollato alla mia pelle. Ed al mio pube. Maledetta Tiziana!
    
    Cammino rigida verso il bagnasciuga.
    
    Non devo sculettare! Non devo sculettare! Non devo sculettare!!!
    
    E maledetta danza anche!
    
    Entro in acqua senza testarla. Rabbrividisco.
    
    Finalmente al riparo da qualunque sguardo, cedo alla curiosità e sfioro un capezzolo col dito. Non l’ho mai sentito così duro e non capisco perché’. Quel tocco ridicolo lo ha quasi fatto pulsare.
    
    Devo nuotare. Voglio stare lontana da tutti.
    
    Quando finalmente sono al largo mi posso rilassare. Allargo le braccia, lascio che il sole mi abbracci come nessun amante sa fare. Lascio ...
    ... che i miei arti si stacchino dalla postura rigida che il mio senso di decenza gli impone. Le braccia si allargano, le gambe si divaricano.
    
    Sorrido.
    
    Lo slip insiste con quell’aderenza così sconveniente al mio pube. Normalmente non mi piace perché’ mi rende troppo consapevole del mio corpo, ma per una volta lo assecondo. È quasi come stare nudi, con la differenza che il tessuto elastico, aderendo alla ruvidità della rasatura recente, impedisce alle labbra di dischiudersi.
    
    Ma perché’ penso ancora a quegli occhi? E perché’ quegli occhi si stanno trasformando in mani nei miei pensieri? Perché’ i miei capezzoli sono ancora così duri?
    
    Mentre lo penso la mia mano sale verso il bikini per sfiorare quella sporgenza turgida. Solo un attimo, per vedere se provoca lo stesso brivido di prima.
    
    Nel farlo le mie palpebre si contraggono, un brivido percorre l’arco della schiena fino alle natiche e più giù, la mia mascella trema ed i muscoli della mano fremono. Devo impedirle di proseguire verso il basso. Il mio labbro inferiore sparisce tra i denti.
    
    È in quel momento che sento un tocco lungo il fianco. Quasi affogo per lo spavento, inizio a divincolarmi, pensando di aver sbattuto contro qualche creatura acquatica. Ma più mi divincolo più scivolo nella sua morsa, finche’ sento una voce che mi dice di calmarmi, che “non è niente”. L’accento è forte e sa di tabacco.
    
    Solo allora mi rendo conto di ritrovarmi nell’abbraccio di qualcuno che mi cinge da dietro, tenendomi a galla. ...
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