1. Paulo


    Data: 15/05/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: aramis2, Fonte: Annunci69

    ... comprati per una persona più grossa. Il maglione pendeva nello stesso modo dalle sue spalle e mi chiedevo se stesse mangiando correttamente. Gli offrii qualcosa da mangiare e una birra, ma rifiutò dicendo che aveva mangiato e che non beveva molto.
    
    Dopo questo scambio seguì un’altra pausa e stavo iniziando a pensare di aver fatto un errore imbarazzante quando annunciò che aveva avuto un’idea.
    
    “Domande.”
    
    Disse in greco.
    
    Controllai la parola nel mio dizionario greco-italiano.
    
    “Ah, sì. Ci faremmo le domande a vicenda.”
    
    “Ci faremo delle domande”
    
    Mi corresse.
    
    ‘Ci faremo domande a vicenda. Grazie.’
    
    Silenzio. Ovviamente toccava a me far partire la palla.
    
    Lui era a un’estremità del divano e io all’altra. In mezzo a noi c’era il terzo posto vuoto a parte il mio dizionario.
    
    Sollevai una gamba, la infilai sotto di me e mi voltai leggermente verso di lui.
    
    Lui fece lo stesso e poi mi accorsi che aveva le scarpe da ginnastica.
    
    “Ehm...”
    
    Agitai la mano in direzione dei suoi piedi, come a dire “toglile”.
    
    “Toglile, se vuoi mettiti a tuo agio.”
    
    Si slacciò le stringhe e depose ordinatamente le scarpe accanto al divano prima di mettersi comodo e di fronte a me.
    
    “Allora, Paulo, quanti anni hai?”
    
    “Venti.”
    
    “Da quanto tempo sei stato in Grecia?”
    
    “Da quanto tempo sono in Grecia?”
    
    “Ah sì, grazie. Da quanto tempo sei in Grecia?”
    
    “Sono stato ad Atene per sei mesi e sono qui da due settimane, signor…”
    
    “Signor?”
    
    Capii allora che non ...
    ... si ricordava il mio nome. O forse non gliel’avevo detto.
    
    Arrossì leggermente e diede una piccola scrollata di spalle sbarazzina che mi fece venire voglia di gettargli le braccia al collo e abbracciarlo finché...
    
    “Giacomo.”
    
    Quindi si era ricordato.
    
    ...abbraccialo finché non ci fossimo addormentati l’uno nelle braccia dell’altro.
    
    “E ti piace stare qui, Paulo?”
    
    “Sì. Però è più tranquillo di Atene e non c’è lavoro.”
    
    “Sto chiedendo alle popolazioni di sapere se forse c’è una cosa.”
    
    “Che cosa?”
    
    Avrebbe voluto ridere, lo sapevo, ma non voleva prendersi gioco di me.
    
    “Cosa ho detto? Dimmi cosa avrei dovuto dire.”
    
    Lo fece e vidi i miei errori. Risi e lo ridissi correttamente.
    
    “Va bene, amico, puoi ridere di me.”
    
    “Ma io non voglio.”
    
    “Perché no?’
    
    “Perché mi piaci molto.”
    
    Tutto si fermò dopo che l’ebbe detto. Potevo sentire solo il ritmo accelerato del mio cuore e una vocina nella mia testa che mi diceva di non leggerci dentro nulla. Non molto. Cosa chiedere poi?
    
    “Come? In che modo?”
    
    Chinò la testa di lato, non capiva.
    
    “Non mi conosci.”
    
    Si strinse nelle spalle. Non andò oltre.
    
    “Fammi una domanda.”
    
    Disse.
    
    “Hai una fidanzata?”
    
    Fu la prima cosa che mi venne in mente in quel momento, seguita rapidamente da quella vocina che gridava ‘banale!’
    
    “No. E tu?”
    
    “No.”
    
    “Perché?”
    
    Cambiò posizione e appoggiò un gomito sullo schienale del divano. Poi appoggiò la testa alle dita e mi guardò attentamente. I suoi occhi si ...
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