Il pony di donna Rosa
Data: 24/02/2021,
Categorie:
Zoofilia
Autore: valchiria96, Fonte: EroticiRacconti
... immagino come ti abbia ridotta alla fine, una cascata di sperma ahaha!»
Rosa, socchiuse gli occhi e sottovoce, con una finta aria affranta, rispose.
«Già, non credo di averne mai vista tanta e pensa che comunque di monte naturali ne ho viste a decine».
La serata proseguì con i racconti di storie passate, narrando di scopate e di una infinità di pompini. Inutile dire che alla lunga la cosa riaccese un certo fuoco nel mio basso ventre e non meno in quello di Rosa che con disinvoltura infilò una mano sotto i suoi pantaloncini e cominciò a masturbarsi. Le sorrisi e dolcemente le chiesi a cosa stesse pensando. Lei con naturalezza e con voce carica di piacere ripose che stava pensando a me, schiacciata contro il suolo sotto i colpi di Tom, e aggiunse testualmente, «Alla burrosità della mia fica quando mi penetrò con le sue dita la prima volta» . Concluse però che le mancava immaginarmi durante il mio orgasmo al quale non aveva assistito e così mi domandò se potessi regalargliene uno. Lo chiese con tanta dolcezza che mi sciolsi al punto di commuovermi e non potei certo dirle di no. Così mi lasciai andare e stringendo il mio seno sinistro, scesi con la mano destra tra le mie gambe e le mie dita si fecero ...
... strada, scivolando tra le labbra già inumidite, dentro di me. Il palmo della mano premuto sul clitoride mentre con il bacino ondeggiavo su e giù contro la mia mano. Pian piano il piacere prese a crescere nuovamente e con il mio anche quello di Rosa che guardavo mentre ansimava a ritmo con me. Era un crescendo di gemiti e di turbinii di dita che si muovevano frenetiche nei nostri sessi finché non raggiunsi il culmine ed il mio orgasmo montò sovrastando il mio corpo facendomi contorcere da un assoluto piacere che covavo sin da quel pomeriggio a cui il via lo aveva dato quel magnifico cervo volante.
Rosa non si perse un singolo istante e resistette fino a che io non lasciai andare l'ultimo e intenso sospiro. E poi venne, con un urlo deciso e ben piazzato che mi fece sussultare. Restammo a guardarci per un po, lei scrutava il mio corpo con sguardo affamato, poi guardandomi negli occhi disse «Magari un'altra volta, ora devi riposare»
Si alzò dalla poltrona, adagiò su di me una copertina leggera e accarezzandomi i capelli mi diede la buona notte così salì al piano di sopra. Io mi addormentai poco dopo, ormai priva di forze caddi in un sonno profondo accompagnata dallo scoppiettio delle braci che iniziavano a spegnersi.