Il pony di donna Rosa
Data: 24/02/2021,
Categorie:
Zoofilia
Autore: valchiria96, Fonte: EroticiRacconti
Ero solita trascorrere le mie vacanze estive nella campagna toscana in un vecchio casolare di famiglia un tempo abitato dai miei bisnonni. Sin da piccola amavo fare lunghe passeggiate, da sola, tra le strade sterrate per poi perdermi nei campi coltivati e gli uliveti che circondano la zona. Non era raro, per me, fermarmi all'ombra o sui rami di un ulivo e, col passare degli anni, crescendo, iniziai addirittura a trascorrere interi pomeriggi in compagnia di un buon libro.
Il tempo passava, ciò che all'inizio si era sviluppata come una passione si tramutò in un vero e proprio rituale e, entrando nella pubertà, trasformandomi via via in una giovane donna, iniziai a covare un intimo legame con la natura e col selvaggio. Il mio desiderio è sempre stato, in qualche modo, legato alla terra, all'odore dell'erba, al cinguettio degli uccelli e al suono dei campanacci delle vacche dei pascoli lì intorno.
Ben presto, immersa in quei paesaggi, cominciai a lasciarmi andare in splendidi ed interminabili, talvolta ripetitivi, momenti di puro onanismo.
Spesso capitava, per sentirmi ancor più parte di quel mondo e per dare sfogo al mio istinto più animalesco, che io lasciassi i miei vestiti ai piedi di un ulivo per poi arrampicarmi ed accomodarmi distesa tra i suoi rami. Lì, poi, lasciavo che il vento mi cullasse sfiorando la mia pelle accarezzandomi il volto, il seno, la pancia e le gambe.
Non credo esistano parole o metafore per descrivere quella sensazione ma mi sentivo ...
... inebriata da quelle emozioni e non poche volte, in quello stato di grazia, immaginandomi il quella posa giunonica e senza che io mi sfiorassi neanche con un dito, grazie al solo tocco di quella brezza fresca, riuscivo a raggiungere il mio orgasmo.
Così, un giorno, circa due anni fa, tornai in quei luoghi per me tanto speciali e come di consueto ripresi con le mie solite abitudini.
Ormai ventiquattrenne e assente da almeno sei anni, ero particolarmente eccitata all'idea di rievocare quei miei più primordiali istinti.
Un pomeriggio, subito dopo pranzo, indossai un vestitino bianco e delle leggere scarpe di tela. Decisi di non indossare alcun pezzo di intimo e così mi incamminai seguendo il sentiero di fronte casa.
Girovagai per almeno un paio d'ore attraversando campi di grano e di girasoli, il sole quel giorno picchiava con intensità ma ero determinata a raggiungere il mio luogo prediletto.
Alla fine arrivai a destinazione, ritrovai il mio vecchio amico ramoso e così ancora una volta, mi arrampicai su di esso. Non era cambiato molto quel luogo, era esattamente come lo ricordavo. Mi accomodai come mio solito, tra i due rami più grandi che formavano una comoda conca nella quale potermi adagiare e con le gambe distese all'insù, i miei piedi erano quasi alla stessa altezza dei miei occhi. Tolsi le scarpe lasciandole cadere al suolo e passai qualche minuto a contemplare le punte dei miei piedi dalle dita smaltate di un giallo fluo.
La pace era assoluta e presto si alzò un ...