1. Dall'altra parte della strada


    Data: 05/05/2018, Categorie: Etero Autore: RunningRiot, Fonte: EroticiRacconti

    ... suo ventre, io che nel mio ventre ospito ancora Luca. Non è più duro come prima, non è più grosso come prima. Ogni tanto si muove, forse per non perdere del tutto l’erezione. Ti prego Luca, resta dentro di me, sento il tuo cuore che batte dentro di me. Qualcosa sta cominciando a scivolarmi sulla pelle. Le mani dell’uomo scivolano lungo i fianchi di lei. Poco dopo le culottes scivolano sul pavimento. Le scavalca con lo stesso movimento elegante con cui prima aveva scavalcato il vestito, allarga un po’ le gambe, si piega sul grande tavolo. Chissà se è stato lui a ordinarle di mettersi in questo modo o se è lei che lo ha supplicato di prenderla così. Oppure se non c’è neanche stato bisogno di scambiarsi una parola. Mi piacerebbe saperlo. Lui si accuccia e la testa scompare tra le gambe della donna. Lei si tende, la testa si alza e poi crolla tra le braccia incrociate sul tavolo che le fanno da cuscino. Si volta e dice qualcosa all’uomo, darei un tesoro per sapere cosa. Poi si porta le mani al viso e le dita tra i capelli. Più come se volesse strapparseli che pettinarseli. Si rialza un’altra volta per gridare ancora qualcosa. Adesso so perfettamente cosa. L’uomo si rialza, abbassa la zip e se lo tira fuori. Peccato, mi piacerebbe vedere meglio. Ciò che invece conosco alla perfezione sono i dilatati attimi di attesa della donna. Guarda fisso davanti a sé, come faccio io.
    
    *****
    
    Donna in fondo lo sa, l’ha sempre saputo sin dall’inizio, quali sono i passi di questa danza a due. ...
    ... Conosce il piacere esaltante del dichiararsi terra di conquista, ma conosce anche il piacere che regala a lui eleggendolo a padrone assoluto.
    
    - Effettivamente è anche un bel po’ che non ti prendo il culo – dice Uomo spennellandole l’ingresso.
    
    - Sì, ma non stasera – risponde Donna con voce illanguidita.
    
    - Perché no?
    
    - Ti prego…
    
    - Come vuoi…
    
    *****
    
    Una rotella di zucchina affondata nell’olio bollente friggerebbe di meno di quanto sto friggendo io. Friggo per me stessa, friggo per lei. Perché quell’uomo gioca così? Cosa le dice? Cosa aspetta, cosa aspetta, cosa aspetta? E’ consapevole di quello che le sta provocando? Il desiderio che si ingigantisce, che diventa troppo, troppo, troppo. Che ci porta a implorare e a umiliarci? Conosce anche l’immenso e masochistico piacere di quella umiliazione? E lei come glielo dice? Geme? Ansima? Rantola? Oppure parla? E se parla che dice? Un dignitoso “prendimi”, “ti scongiuro fammi tua”? O un volgare “scopami”, “chiavami ché non ce la faccio più”? Mi viene da piangere, esplodo di desiderio, miagolo senza voltarmi “Luca ti voglio ancora”. La traduzione innamorata e pudica della lurida supplica elaborata dal mio cervello: “riempimi ancora del tuo potere, imbottiscimi ancora di cazzo e di sperma”.
    
    La donna all'improvviso scatta e si irrigidisce un po' in risposta al movimento secco dell'uomo, per un attimo si solleva dal tavolo. Lo sappiamo che l'ha trafitta. Lo so io e lo sa Luca. I nostri corpi ci tradiscono. Mi domanda ...
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