Dall'altra parte della strada
Data: 05/05/2018,
Categorie:
Etero
Autore: RunningRiot, Fonte: EroticiRacconti
Un po' perché stamattina si è divertito a digitarmi, un po' perché è la scena di un film che mi è rimasta in qualche sgabuzzino del cervello. Un po' perché mi va di masturbarmi dopo la doccia, un po' perché mi va di pensare a lui.
Un po' per come sono e un po' per la mia mente folle. Here we go.
Se chiudo gli occhi vedo la stanza. Non è una casa privata, è un albergo hi tech, progettato da qualcuno con ambizioni da archistar.
In che città scegliamo di essere, New York? Parigi, Londra? Banale, dai. Facciamo... boh, Montreal. Che cazzo ne so di come è Montreal? Chi c'è mai stata a Montreal! Però dai, sì, facciamo Montreal. Anche perché mentre entriamo nell'albergo-archistar nevica alla grande e me la immagino così, sempre sotto la neve, anche ad agosto.
Lo faccio perché mi piacerebbe poterti dire un giorno "perché non torniamo lì, dove tutto è cominciato?". E quel "lì" è questa stanza di albergo che vedono i miei occhi chiusi.
Sì, lo so che tutto è cominciato in Grecia a quarantacinque gradi all'ombra. Ma se è vero che questo è il nostro letto è anche vero che questa è la mia fantasia, il mio film. E che ora ho voglia di inventare una prima volta completamente diversa. Facciamo che sia Montreal, Luca. Non so che cavolo ci facciamo entrambi a Montreal, ma lasciamelo fare, assecondami. O perlomeno non rompere il cazzo.
Affondo nel piumone, l'accappatoio è umido, c'è umido anche in mezzo alle gambe. Magari non mi sono asciugata bene, magari è altro. Penso sia ...
... già altro, ma vedremo. Va bene, dopo mi laverò ancora. A proposito, Luca, quando torni a casa voglio essere leccata. E voglio che tu senta odore di pulito, di sapone intimo.
Apro di più le cosce, le spalanco. Come quando aspetto di essere uccisa a colpi di lingua.
Qui dove tutto è cominciato, ok. Bisogna inventare il modo in cui è tutto cominciato. Facciamo che il primo contatto è stato dentro un bar dove mi ero rifugiata per ripararmi dal freddo. "Non ci posso credere, anche tu di Roma?". “Vuoi un whisky?”, “no grazie, prenderei una vodka, il whisky non mi piace”. E' così che mi ha uncinata. Cioè, mettiamola in questo modo: è così che mi sono lasciata uncinare. Se lui non fosse di questa bellezza indecente, se non fosse per la sua voce, i suoi modi, col cazzo, mi sarei girata dall'altra parte. Invece no, invece facciamo che ho accettato il suo invito a cena e che mentre camminavamo verso il ristorante pensavo "perché non mi abbraccia? perché non mi ha ancora invitata da lui?".
No, alt, corro troppo. Anche se è una fantasia corro troppo. Non deve essere il solito pompino da qualche parte o la solita one night stand, non deve essere il classico "ciao, è stato bello, ci si vede eh?". Mettiamoci dentro un cucchiaino di come è andata davvero, un po' della sua corte serrata e impacciata, un po' dei miei "cazzo questo quanto mi piace". C'è una stanza d'albergo che ci aspetta e da quella stanza deve partire una perfetta love story, ma mentre siamo in quel bar nessuno di noi ...