1. 004 gli anni del castigo - [ hungarian rhapsody ]


    Data: 01/10/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69

    ... prelato.
    
    Allora il prete, con lo sguardo misericordioso mi fece alzare e sedette al mio posto. Mi prese entrambe le mani, che le potò in giù cosi da suggerirmi di mettermi in ginocchio d'innanzi a lui.
    
    Avvicinò la mia testa al grembo ed accarezzandomi la nuca mi disse..
    
    “Non temere, non hai nulla che qui potremo curare. Scriverò ai tuoi, e tra qualche giorno tu ritornerai da loro”.
    
    Sentii le sue mani benevoli sul mio capo. Per la rima volta nella mia vita sentii che un uomo, anche se di tarda età, pur non conoscendomi, provava per me un affetto vero.
    
    Lo guardai. Mi guardò compassionevole striando le sue labbra in un sorriso sornione. Buono.
    
    Smisi di piangere.
    
    Poi mi allontanò da sé con dolcezza, sì piego in avanti ed afferrò i lembi del suo abito talare che sollevò drappeggiandolo sulle ginocchia. Lo guardai. Di seguito portò le braccia in alto, e raggiunse con le mani la propria nuca, liberando il collo dall’abito stretto. Infine riprese i lembi del vestito che sollevò fino al ventre, per poi protendere un fallo scurrile, incustodito da mutande assenti. Si lasciò scivolare un poco sulla seduta vibrando in etere la mazza.
    
    Lo vidi cosi, fermo, a gambe nude e oscenamente spalancate, con i calzini neri smollati alle caviglie, le scarpe lustre. Che schifo.
    
    Si dispiegò nell'aria un odore acre di sapone al sandalo, commisto a latte e ….e parti intime mal lavate.
    
    Quel florilegio aulente di ammorbanti fogne poteva dirsi l'esito aeriforme di una sommaria ...
    ... pulizia, per altro tipico negli uomini di chiesa. Vidi il suo membro ansioso che nelle pulsioni della cappella intensi voler essere da me assaggiata.
    
    - Non voglio
    
    - Vieni a me e succhia mio caro.
    
    - Non me la sento.
    
    - Succhia figliolo se è di questo che senti il bisogno.
    
    Io restai immobile, in ginocchio con le braccia tese su di questi, e non seppi annuire, ne' proferir verbo. Ero paralizzato. Atterrito.
    
    Restavo immobile con gli occhi ancora madidi di lacrime. Tirai su di naso e deglutii a fatica.
    
    "Coraggio, cucciolo".
    
    Timidamente avanzai di qualche passo con le ginocchia, protesi la schiena e afferrai il cazzo con la mia mano tremante.
    
    "Coraggio"
    
    Mi grattai il capo, mi voltai alla finestra maneggiando su e giù quella minchia senile come se la cosa non mi riguardasse. Poi il mio sguardo si pose su quella nerchia insana dall’ogiva rubina e ripugnante.
    
    Lo masturbai con più decisione. Ma poi rallentai la manovra e guardai in terra, quasi paralizzato dal mio stesso imbarazzo.
    
    Il prelato impegnò la sua mano sulla mia nuca. Lo fece con una dolcezza ma anche con autorevole risolutezza. Incoraggiò il mio capo verso la minchia, al cui cospetto dovetti indirizzare il mio sguardo per forza di cose.
    
    L’odore acre delle sue parti basse mi suscitò il tumulto dello stomaco, ma optai per l'eroica apnea e con una decisa fallatio pur di dispensarmi in fretta da quella orribile costrizione, sopportando i puzzi e gli improvvisi conati di vomito.
    
    Contai nel ...
«12...4567»