004 gli anni del castigo - [ hungarian rhapsody ]
Data: 01/10/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69
... sospetti, ma quando compii i miei 18 anni mamma mi gettò in pasto a papà.
Fin che sul mio corpo non vi fosse traccia di peluria, io ci passavo i pomeriggi interi a cavalcare la grande mazza di papà, tra le persiane socchiuse, le tende candide smosse dalla brezza e tra volute di ferro battuto del letto nuziale.
Con la mazza confitta nell’ano, io emigravo via lontano, perdendomi nei deliqui più celesti.
Il bisogno di cacare che la mazza mi suscitava nei suoi affondi ripetuti, era per me occasione di grandi piaceri rettali. Resistere per ore alla minchia confitta nelle restrizioni degli sfinteri, era per me un grande atto d’amore, e di coraggio.
Insomma, avvertivo gli incipienti bagliori di un orgasmo di prostata. Ed io così pregavo.
Ma se per molto tempo i miei amplessi restavano un mero atto carnale, pian pianino mi sentii psicologicamente coinvolto. Mi sentivo come un essere eletto e infecondo, tuttavia funzionale alla riproduzione della specie. Mi illudevo che il mio ventre fosse la sede feconda rubata a mia madre, ove il suo seme andava a dormire.
Con papà andò alla stragrande fino a quando – tardivamente – il mio corpo prese ad ammantarsi di un vello delicato, poi ispido, poi abbondante. Stavo diventando uomo. Mio padre si fece sempre più riluttante a possedere un corpo non più efebico. Le sue brame dionisiache recalcitravano alle mie esordienti vesti naturali di maschio. Ero troppo maschio.
Prese a non cercarmi più. Io ne patii.
Si, ne patii. Di ...
... mio padre ne ero soggiogato, innamorato. E soffrivo… perché non mi cercava più.
Confessai a mamma del mio amore per papà e le chiesi aiuto affinché mi aiutasse a rendermi nuovamente appetibile ai suoi occhi.
La mia confessione d’amore per mio padre fu per lei una vera dichiarazione di guerra.
Fu la violazione del patto che stavo dimenticando, e mamma me la fece pagare.
“Tu con tuo padre ci devi solo scopare, ma guai se ci metterai qualcosa di più”. Questo era il patto di famiglia.
Fu per un suo disegno occulto che si liberò di me, e segnò per sempre il mio destino.
Sulle prime mi consolò, poi mi convinse che avrei dovuto far regredire tutta la mia peluria e allontanare nel padre il pensiero che gli atti sessuali con suo figlio non fossero di natura eminentemente “omosessuale”. Se fossi tornato efebico avrei avuto una nuova chances dalla vita. Non esitai. Mi feci sottoporre a strazianti cerette e divertita mamma mi vestì con autoreggenti, perizoma e tanto di baby doll.
“Big Zoccola” ebbe a definirmi a lavoro concluso.
Andai da papà così conciato. Papà dormiva e quando aprì gli occhi ricordo di una raffica di calci e schiaffi in faccia. Anche mamma le prese di santa ragione quella sera, con la sola differenza che io mi chiusi in camera atterrito e mamma, mamma se la rideva di pancia nonostante gli schiaffoni.
Papà dispose che andassi via. E mamma… mamma seguitò nella sua commedia.
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Del mattino dopo ricordo molto poco. Ero vestito ...