004 gli anni del castigo - [ hungarian rhapsody ]
Data: 01/10/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69
... come uno scolaretto, lavato, profumato e col capello in ordine di brillantina.
Ero nel piazzale sulla ghiaia che stava davanti alla dimora settecentesca della mia famiglia.
Ero col mio cappotto scuro. Pioveva a dirotto e sopra le cime degli alberi Dio aveva disteso una gigantesca lastra d'ardesia a tumulo del mio amore perduto.
Nulla tormenta di più il cuore dell'amante, quando l’amato nutre per lui il solo disprezzo.
Attorno a me i domestici di famiglia si davano un gran da fare a caricare il baule delle mie povere cose nella berlina scura.
Dal colonnato della grande casa ecco che uscì mia madre che per l'addio s'era preparata di tutto punto.
Aveva in dosso un tailleur scuro che le era stato cucito su misura per quella solenne pantomima orchestrata da tempo. Mia madre indossava scarpe di vernice e collana di perle in una sobrietà luttuosa.
Aveva un trucco pesantemente scuro, attorno agli occhi. Reggeva un bouquet di gladioli e ortensie con un cascame di edera approntato con sommo gusto manco si trattasse di una Medea qualunque sul carro colmo della sua progenie senza più vita sul finire della tragedia.
Mia madre poi... In capo ebbe cura per l'occasione di portare un cappello, con veletta nera che le copriva il volto prostrato dalle esequie.
Eccentrica. L’attrice addolorava un pubblico assente nel folle suo teatro dell'assurdo.
Né io né lei osammo avvicinarci.
Io sotto la pioggia a fissare il baule, lei sullo scalone al riparo dal colonnato a ...
... recitare immobile la sua parte.
Dalle scale scese in fretta Laila, la governante, che ebbe cura di accostarmici di fianco ed aprire l'ombrello.
Poi, quando gli inservienti chiusero il pianale della berlina, senza degnare di uno sguardo mia madre mi infilai in macchina.
Mia madre singhiozzò teatrante un "ti scriverò tutti i giorni ninni mio" e poi si voltò seguita dai domestici.
La udii strillare da dentro casa.
Doveva cacare, e la carta igienica porca puttana non era mai al suo posto!
Laila si piegò e posò le sue labbra sulla mia fronte, e accarezzandomi il viso mi disse "abbi cura di te".
Laila chiuse la portiera e la casa scomparve tra le siepi sotto la pioggia.
Non rividi più la mia casa.
Viaggiai per 10 ore tutto il giorno, con mee muto e con un autista taciturno.
Finii in un collegio a 9 km da Ginevra, un gotico monastero sulle rive del lago ove la buona borghesia del mondo "ricoverava" là giù i suoi rampolli più sfortunati, affetti da effeminatezza o altre devianze comportamentali. Bello scherzo, no?
L’istituto era un vecchio monastero, roba da film, gestito da un nutrito gruppo di frati di una fede protestante, oggi dismessa per gli scandali che la travolsero nel 2001 e per effetto della magistratura italiana.
Giunsi in una fresca mattina poco dopo un breve acquazzone che infuse nell'aria un inebriante profumo di latifoglia . Alzai lo sguardo, e mi impressionò la maestosa austerità di una gotica costruzione monastica, fatta di ampie ...