004 gli anni del castigo - [ hungarian rhapsody ]
Data: 01/10/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69
Dubitai forse per la prima volta in vita mia che un dio potesse occuparsi di tutte le disgrazie del genere umano.
Ho ricordi vaghi di quando vivevo con mamma e papà. Mamma mi aveva stregato, come d’altronde aveva stregato mio padre. Mamma era disturbata, ma da sempre per me, il centro di ogni cosa era mia madre. Era l’essere più adorabile e crudele del mondo, con quei capelli neri portati alti sulla testa e quella parlantina incessante, frivola, ma tutt’altro che inconcludente.
Mamma e papà si erano conosciuti in una festa da ballo in Sud Africa. Papà era andato là giù per combinare affari per le sue industrie belliche. Mamma invece si recava sovente in Sud Africa per passare travolgenti safari cui si dava un gran da fare a sparare agli elefanti cui strappare l’avorio di cui andava matta.
- Sapessi CUM
- Cosa Mamma?
- Tuo padre era di un bello. Notti di luna piena in coperta su di un natante di famiglia a largo di Città del Capo. Non hai idea di come sia romantico.. Cieli bui e le stelle come tanti gioielli … porti stranieri e quei fantastici bazar, carichi di una umanità disgustosa, certo, ma servile. Questo magnifico braccialetto.. Oh, il giorno in cui mi chiese di sposarmi..
Mia madre era innamorata di mio padre ma era affetta da un insostenibile frigidità. S’era persuasa che gettandomi fra le braccia del padre, avrebbe tenuto la famiglia unita, avrebbe circoscritto il satirismo di papà e si sarebbe astenuta dallo “sporcarsi” nelle cose del sesso. ...
... Aveva un deplorevole concetto di purezza mia madre.
L’incesto è un vizio molto praticato tra le famiglie dabbene, e questo non si sa abbastanza. L’incesto è l’escamotage con cui l’adulterio fra coniugi si conserva lontano dalle malelingue. Tutto resta dunque in famiglia, tra le famiglie dabbene.
Dopo il mio diciottesimo, dopo una lunga fase “formazione mentale”, mamma mi gettò nella sua alcova.
All’inizio lo ammetto, all’inizio mi ripugnava la sapidità albuminosa dello sperma paterno. All’epoca papà aveva 48 anni. Era un uomo prestante, taurino, con una verga che confitta nel mio budello poteva dar bene l’idea circa lo strazio che mia madre provava nel riceverlo in vulva.
Ma dai forti dolori intestinali e le coliche a cui mi prestai, fecero seguito apprezzabili stupori di ventre di cui mi riuscì molto difficile farne a meno. Dovevo far scopare papà tutti i giorni, queste furono le direttive di mamà, ma guai ad innamorarsene.
Mamma si incaricò personalmente nella supervisione della mia pulizia anale prima di ogni amplesso, facendomi dei clisteri madornali e somministrandomi fermenti lattici vivi perché non patissi di alterazioni della flora batterica indotta dai ripetuti lavaggi. Se uscivo dalla camera paterna per accomodarmi sul bidè, nell’ espellere i secreti testicolari di mio padre, mamma veniva subito a controllare che la materia schizzata fosse di un bianco “puro”.
D’altro canto, i miei genitori progettarono le mie finalità su questa terra in tempi non ...