1. Omaggio a zio Renato - Quarta parte - La partenza


    Data: 20/07/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: reginella24, Fonte: EroticiRacconti

    ... tesoro mio, al mondo esistono delle medicine, chiamiamole così, alle quali pochissime persone hanno accesso. Ufficialmente non se ne conosce l’esistenza. Siamo in pochissimi a farne uso. Presidenti di stato, emiri arabi, gli uomini più ricchi del mondo come i più alti rappresentanti dei cartelli sudamericani, ed io. Ci spendo trecentomila euro l’anno. Il potere assoluto non è prerogativa di tutti. Soddisfatta?” Feci un cenno affermativo con il mio dolce visino.
    
    Capii. Il pensiero mi colpì come un fulmine. Allora anche Renato usava quelle sostanze. Per questo si era scriteriatamente indebitato con Antonino.
    
    L'Adorazione del Maligno e la fantastica inculata.
    
    “Ora, ti mostro una bella cosa. Vieni.”
    
    Si alzò dal divano alla turca e mi mise davanti a lui. “Cazzo! Non smetterò mai di adorare il tuo culo, Reginella!” A mano aperta arrivò il doloroso sberlone sulle natiche. Si avvicinò ad una specie di armadio di fattezze orientali. Lo aprì. All’interno, diligentemente appesi, c’erano una serie di frustini di varie dimensioni. Il sadismo del mio padrone si rivelava pienamente. Mi sorprese vedere, all’interno dell’armadio, una serie di simboli nazisti chiaramente originali. “Ti piacciono?” disse. “Si. Molto carini”. ”.Vedi, l’unico padrone che ho, Azazèl, il divino Satana, mi ha chiesto di usarli con te. Devo purificarti.” La paura entrò in me, ma sapevo che non mi potevo opporre al mio Signore e Padrone.
    
    Rapidamente, impugnò la frusta più grande. La corda arrivava a ...
    ... due metri di lunghezza. Si alternavano su di essa dei nodi. “E’ pelle di canguro tesoro. Vedrai come ti farà saltare…” E scoppiò in una risata satanica.
    
    “Fatti un paio di righe prima. Faranno da anestetico”. Non parlai. Non sarebbe servito a nulla. Sniffammo tutti e due. Mi fece poi coricare sull’enorme letto. Mi tolse il vestitino. Ora vestivo solo le calze, il reggicalze e gli stivali. Sollevò in alto il flagello. Iniziò, ad occhi chiusi, a sciorinare parole incomprensibili.
    
    Era chiaramente un rituale satanico pronunciato in una lingua dimenticata da secoli.
    
    La frusta calò sui miei glutei. Tre volte. Urlai terrorizzata. Lui rideva. I suoi occhi erano capocchie di spillo.
    
    Tornò a pregare il demonio. Poi, iniziò una lunga serie di scudisciate. Lo schiocco della frusta sulla mia pelle lo esaltava. Incredibilmente, cominciai a provare un piacere sempre più crescente. Mi piaceva. Il dolore mi inebriava sempre di più. La frequenza dei colpi aumentava. Alzai i glutei, urlando. Gli ultimi due colpi, potentissimi, mi fecero sborrare.
    
    Il sadico stallone lasciò cadere a terra lo scudiscio. Mi fu sopra. Io sollevai il bacino. Sentivo colare rivoli di sangue dai miei glutei. Sentii che il mio dominatore, dopo averci passato le mani, lo leccava con smania.
    
    Prepotentemente, appoggiò la verga al mio buco. Era talmente dura che sembrava sul punto di esplodere.
    
    Come da Renato, non andò per il sottile. Lo spinse tutto fino in fondo. Un solo colpo. Arretrò lentamente e poi, ...
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