1. Omaggio a zio Renato - Quarta parte - La partenza


    Data: 20/07/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: reginella24, Fonte: EroticiRacconti

    ... quattro metri per lato. Televisore esagerato, impianto Hi-Fi che diffondeva musica Easy Listening da perfetto film porno, grande tavolo con enorme divano alla turca. Sul tavolo, oltre ad un vassoio in oro massiccio ricolmo di fragole, c’era un analogo recipiente traboccante di panna montata. Un vassoio d’argento, con decine di grammi di cocaina, simboleggiava perfettamente l’arroganza e l’infernale significato di quel luogo. Ebbi una pulsione erotica e contemporaneamente di panico quando, appartato nell’angolo della stanza, vidi una specie di antico altare.
    
    Su di esso, idoli chiaramente di culto satanico e ceri che diffondevano effluvi che il mio odorato non riusciva a riconoscere.
    
    “Quello è l’unico padrone che ho, Reginella!” Antonino scoppiò in una risata scellerata.
    
    “Siediti tesoro!” Questa Ottomana è molto comoda sai?”. Sedemmo. Antonino avvicinò a se fragole e panna. “Ti imbocco io” disse. Prese delicatamente una fragola e me la porse alla bocca. La mia lingua, prima di cibarmene, ruotò su di essa. Poi la ingoiai. Antonino era ipnotizzato. Ripeté l’operazione varie volte. Ogni volta la sua attenzione era maggiore. Si tolse la giacca. L’immancabile fondina ascellare venne appesa alla parete. Riconobbi una Desert Eagle Israeliana Calibro 44 magnum.
    
    Si sedette. Avvicinò a se il vassoio con la polvere bianca, ed iniziò a sminuzzare con una carta di credito i granellini. Ultimata la preparazione indicò le righe pronte e mi porse una banconota arrotolata. “Prego!” ...
    ... disse.
    
    Titubante risposi: ”Scusa Antonino, non l’ho mai provata.. non so..”
    
    “E’ il momento che tu la provi. Vedrai.. ti piacerà molto. E poi, non sto chiedendo il tuo parere. La DEVI prendere. Con me. Mi sono spiegato o mi devo irritare tesoro?”. L’ultima frase non dava spazio a repliche. A malavoglia, inalai, tutta in un colpo, una riga. Immediatamente, fui onnipotente, sicura che lo avrei fatto ancora. Paradiso e Inferno abitavano contemporaneamente in me.
    
    Sniffò anche lui. Lo rifacemmo. Ingordi.
    
    “Bene” disse. “Sei una puttana ubbidiente”. Rapidamente mi prese il viso con le due mani e mi ritrovai la sua lingua roteante in bocca. Feci altrettanto. La mano mi scivolò verso il suo membro. Percepivo chiaramente l’enorme uccello marmoreo. Mi girò. I mei glutei si sollevarono, e divaricai le gambe. L’immancabile coltello a serramanico tagliò il perizoma che venne sfilato. La lama non mi fece paura. Non avevo più paura di nulla. L’unico mio desiderio era che quella notte non finisse mai.
    
    Il mio stallone e padrone immerse due dita nella panna. Iniziò a distribuirla delicatamente sul mio buco del culo. Poi, in preda a forti tremiti, iniziò a consumare il suo dessert. Dopo aver ben leccato il morbido contorno del mio orifizio, lambiva con la punta della sua carnosa lingua il buco. Sentii distintamente la lingua penetrare all’interno. Per almeno un paio di centimetri. Non mi trattenni. Iniziani a mugulare. I miei gridolini erano adesso vere e proprie urla. “Si padrone! ...
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