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Omaggio a zio Renato - Quarta parte - La partenza
Data: 20/07/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: reginella24, Fonte: EroticiRacconti
... per quel luogo che ostentava l’opulenza più sfrenata ma anche una malvagità demoniaca nascosta dietro ogni parete. Il rumore dell’elicottero arrivò inaspettato. Nascosto da altissimi aceri montani, a circa duecento metri dal complesso abitativo, un piccolo eliporto si nascondeva da sguardi indiscreti. Cinque minuti dopo, entrò nel salone Antonino, accompagnato dall’ Autista. Era in forma. Elegantissimo, trasudava potere e sesso. Allargò le braccia verso di me. Mi alzai. “Reginella! Mio Dio! Ma sei proprio tu?” Il cortissimo abitino scopriva il reggicalze tempestato di rubini. Percepii immediatamente il suo istinto animalesco. “Allora? Ti piace la mia casetta?” “Non ho mai visto nulla di più bello” risposi. “Ma fatti guardare tesoro!”. Mi prese le mani. Mi fece girare su me stessa ammirandomi con lussuria. “Che ne dice Autista?” disse rivolto al suo accompagnatore. L’Autista, da quando era entrato, non aveva cambiato la sua espressione di stupore e ammirazione verso di me. “Vada pure Autista. Faccia allontanare anche la servitù. Mantenga solo gli uomini di guardia al perimetro della tenuta. E occhi aperti. Non voglio sorprese stanotte” L’autista, abbozzò un inchino e si allontanò. Il suo ultimo sguardo fu per me. Era chiaramente stregato ed arrapato dal gran pezzo di fica di proprietà del suo padrone. “Reginella! Fattelo dire! Sei un incredibile pezzo di fica! Hai fatto proprio un buon lavoro! Non potevo desiderare di meglio! Proprio come ti ...
... volevo!” “Tu non sei una donna! Sei una dea scesa dall’Olimpo in mezzo a noi poveri e meschini mortali!” Imbarazzata per tanti complimenti, sorrisi dicendo con voce femminea e tremolante: ”Grazie Antonino. Sei molto galante”. Ci sedemmo. Versò l’ottimo vino e disse: “un brindisi a noi due!”. “A noi due” risposi sorridendo. I cibi vennero serviti in tavola dall’ultimo rimasto della servitù. Cloche in acciaio proteggevano le fantastiche pietanze. L’enorme tavola era ora imbandita. “Può andare ora Adriel!” disse Antonino all’umile servitore filippino. Penso di non aver mai mangiato così bene. La pantagruelica cena era di una impeccabilità assoluta. Nulla era lasciato al caso. “Mangia Reginella! Avrai bisogno di energie più tardi!” A quella frase ebbi un fremito. Il culo mi pulsava, pensando a come avrebbe accolto, dopo, il grande cazzo di quello che era ormai il mio nuovo padrone. Cenando, parlammo di sesso. Solo di sesso. Mi chiese dei miei più reconditi desideri carnali. Io gli dissi tutto. Mi parlò dei suoi. L’eccitazione saliva. Sentivo sgorgare dal mio cazzo piccole stille di sperma. “Il dessert lo prendiamo in camera mia” disse. “Vedrai.. ti piacerà tesoro”. Ci incamminammo verso il piano superiore. La porta della sua stanza era blindata come Fort Knox. Il mio signore e padrone Entrammo. L’enormità dello spazio interno mi colpì. Avrei dovuto essere preparata ormai. Ma qui, ero davanti ad un’opera ancor più meravigliosa e perfetta. Il letto misurava ...