Omaggio a zio Renato - Quarta parte - La partenza
Data: 20/07/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: reginella24, Fonte: EroticiRacconti
... venne attratta dal profumo: Oud & Santal di Cartier. Costava un’enormità. La parrucca era nera. Capelli veri naturalmente. Orecchini e collier, in platino, erano anch’essi tempestati di rubini autentici. Rosso sangue. Un diadema da imperatrice, sempre in platino e rubini, completava questa apoteosi di raffinatezza.
Le calzature erano uno splendore. Stivali neri sopra il ginocchio con tacco vertiginoso. Pelle vera. E ancora rubini.
Iniziai i preparativi. “Dovevo lavorarci molto. Indossare quelle meraviglie mi eccitava.”
Iniziai con un bagno. Pulizia maniacale. Per la depilazione usai sia le creme che i depilatori elettrici. Dopo essermi cosparsa di pregiati unguenti, passai alle creme vere e proprie. Avevo l’imbarazzo della scelta.
Il risultato fu una pelle morbidissima, dolce e profumata. Ero da mangiare.
Con estrema cautela, indossai il perizoma. Il cordoncino posteriore mi solleticava piacevolmente l’orifizio anale. Misi le calze. Fantastiche. Con esse, le mie gambe acquistavano ancor di più in slancio.
Passai al mio amato reggicalze. Lo fissai con estrema attenzione.
Passai al trucco. Optai per un trucco seducente ma non volgare. Ciglia lunghe finte, fondotinta perfetto, rossetto rosso sangue e matita agli occhi. Con le finte unghie, rosse, lunghe come artigli, immaginavo già la mia mano che stringeva vogliosa un fantastico uccello pulsante.
Indossai il vestito.
Dopo aver messo parrucca e stivali alti, mi guardai allo specchio.
Non ero io! ...
... Era impossibile! Ero un’incantevole e stupefacente femmina nata per soddisfare in ogni modo il suo maschio.
Il tocco finale fu il diadema.
Ero pronta. Ore 20.55.
La porta si aprì. Le due signore entrarono. Non mi sfuggì il loro sguardo di ammirazione e stupore.
La cena
Mi accompagnarono nel salone da pranzo. La tavola era apparecchiata per due. Mi fecero accomodare e se ne andarono.
L’ambiente, a dir poco faraonico, era arredato con gusto. Alle pareti dell’enorme stanza (di almeno 100 metri quadrati) erano appesi quadri che riconobbi subito come originali: Rubens, Figino, Campi e Arcimboldo. Dipinti di un valore incalcolabile. Tutti ritraevano temi riguardanti frutta.
Agli angoli del salone, statue greche, probabilmente del periodo Ellenistico, erano custodi di quell’oasi nascosta nella brulla campagna calabrese, che parlava di eccellente cucina e di arte.
In tavola, il menù proponeva raffinate pietanze francesi: Rotolo di pollo farcito alla salsa di miso con maionese e “madeleine” all’olio tartufato. Chiffonade d’indivia su fagottino tiepido al brie di Meaux e carne dei Grigioni servita con Vinaigrette al papavero di Neimours. Filetto di luccioperca saltato all’olio di melograno, coulis di crostacei e cuori d’indivia. Volo di farfalle colorate ai funghi di stagione.
Il vino, il francese Vosne Romanée Cros Parantoux era già in tavola. Naturalmente parliamo del vino rosso più caro al mondo: oltre 10000 euro a bottiglia.
Tutto questo era la normalità ...