Principe azzurro
Data: 30/06/2020,
Categorie:
Etero
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
... neanche voluto prendere in esame l’ipotesi che il principe azzurro aveva bisogno di guadagnare per tenere in piedi il regno; nelle favole, i reami vivono d’aria; nella vita, bisogna guadagnarsi il pane.
Arrivare in ufficio dopo una notte di scopate che ti svuotavano non consentiva di rendere quanto dovuto; io non me ne curavo e mi addormentavo anche, sul lavoro; però non rinunciavo al benessere che desideravo; Orlando, più pacato e rigoroso, si rese conto che quel ritmo non poteva reggere; cercò di farmelo capire, ma mi offesi come se mi avesse rifiutato; mi incancrenii progressivamente nella convinzione che il suo amore fosse evaporato e che non meritasse il mio.
Da lì a decidere che dovevo punirlo e riportarlo gli antichi fasti ci passò poco, il tempo di incontrare il bellimbusto che mi corteggiò abilmente e mi spinse a tradire mio marito; ricordo ancora l’occasione; c’era una stupida festa a cui alcuni nostri amici partecipavano; Orlando mi disse che alcune pratiche gli imponevano di lavorare fino a tardi; mi chiese di rinunciare; feci le solite bizze della ragazzina viziata e andai da sola.
Non ricordo né il nome né il volto di quel tipo; ricordo solo che il suo cazzo non avrebbe mai retto a un confronto con la mazza meravigliosa di mio marito; eppure, mi lasciai trascinare in un corteggiamento da manuale e, quando si offrì di riaccompagnarmi, stupidamente accettai; ebbi solo un attimo di resipiscenza; poi l’idea di ricambiare mio marito con lo stesso disamore ...
... vinse e mi abbandonai alla passione che sapevo insana e pericolosa.
Non ebbi dubbi, quando si andò a fermare in un angolo buio di un parcheggio vuoto; dopo un bacio sensuale, mi trovai le sue mani sulle tette e nella figa; provai persino piacere, soprattutto perché pensavo alla punizione che stavo infliggendo ala distrazione di mio marito; di lì a prendere il cazzo in mano, a passarlo nella bocca e a succhiarlo con abilità, non ci volle niente; quando mi stese sul sedile, spostò il perizoma e mi infilò in figa un cazzo misero e piccolo, mi pentii troppo tardi.
Tornai a casa che grondavo sborra lungo le cosce, ma Orlando era crollato addormentato, perché era quasi l’alba; non gli parlai per una settimana e mi arroccai nella torre dell’offesa, fermamente convinta che era stato lui a spingermi a rinnegarlo, perché mi aveva rifiutato; non so dire quale dei due orgogli fu più letale per il nostro amore; sta di fatto che quella sera qualcosa si spezzò; non parlammo più se non per scannarci.
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“Mi lasciai andare alla lascivia più sporca e strinsi alcune relazioni adulterine senza neppure accorgermi che mio marito si era costruito un’altra realtà, con tua madre, e che aveva trovato in lei un amore vero, profondo, maturo; che insomma aveva piazzato sul nostro matrimonio una pietra tombale definitiva e irreversibile.”
“Com’è che entrò in gioco la malavita locale? Papà mi ha detto che a un certo punto l’arbitro è stato un piccolo ras del territorio … “
“Questo è ...