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Principe azzurro
Data: 30/06/2020, Categorie: Etero Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
... rimette in sesto ed escono sul porticato, dove impattano immediatamente con me, imprevista spettatrice; ‘complimenti! Gran bella scopata!’ commento; la ragazza mi guarda con interesse quasi cercasse in un archivio della memoria; poi sbotta. “Ma tu non sei Angela?” “Ci conosciamo?” “Non ci eravamo mai incontrate ma ti ho vista qualche volta e mio padre mi hai detto che sei stata la sua prima moglie.” “Sei la figlia di Orlando e di Elena?” “Ciao, sono Francesca e lui è Filiberto, il mio ragazzo. Come mai ci spiavi?” “Non vi spiavo; ero venuta a fumare e per caso ho buttato l’occhio dalla finestrella … “ “Da quel che ho sentito, lo spettacolo non deve averti sconvolto molto … “ “Che ti ha raccontato tuo padre, di me?” “Raccontato, non molto; ma da quel poco ho dedotto che avevi una sorta di sindrome di Peter Pan e che la ricerca del principe azzurro ha ucciso il vostro matrimonio.” Senza rendermene conto, mi trovo a raccontare per la prima volta in vita mia la dolorosa peregrinazione del fallimento del mio matrimonio e di un amore nato enorme e svilitosi nel tempo. ------ Ero una ragazza decisamente viziata e capricciosa, quando conobbi Orlando; avevo solo sedici anni e ritenevo che tutto mi fosse dovuto, soprattutto la libertà di iniziativa per cui non lasciavo a nessuno il diritto di scelta; l’arroganza mi veniva soprattutto dalle agiate condizioni economiche dei miei e dai rapporti che mio padre, in un ambiente assai piccino e arcaico, ...
... intratteneva con il ras del territorio, che si propose come mio padrino e che, come figlioccia, rendeva possibile ogni mia follia. Orlando, più grande di qualche anno e già fortemente impegnato a costruirsi un futuro, era più paziente di mio padre, di fronte alle mie pretese; accontentava ogni mia richiesta e giustificava ogni mio capriccio, spesso anche in dissidio con mia madre, l’unica persona che cercasse di arginare le mie ‘fughe’ nell’irreale, con frequenti richiami ad una più serena e realistica visione delle cose, puntualmente da me respinti con ironia. Da quel primo incontro fino a che mi laureai passarono circa otto anni durante i quali lui rappresentò per me il principe azzurro delle favole che mi amava, mi coccolava e giustificava ogni mia intemperanza; contemporaneamente, fu anche il mio Pigmalione, l’uomo al quale dovevo tutta la mia conoscenza del sesso; forse fu proprio questo, l’elemento su cui poggiava la sua pazienza con me; sapeva con esattezza che aveva preso non solo le mie verginità ma la mia purezza e castità. Per tutta la vita non ho dimenticato la tensione che ci animava la sera che decidemmo, quasi di necessità, si staccarci dal gruppo degli amici e di allontanarci sulla battigia deserta e buia; sapevo che mi avrebbe almeno baciato; e lo volevo; avevo sentito parlare molto dell’emozione del bacio ‘francese’ ma non l’avevo ancora sperimentato, coi ragazzini con i quali flirtavo a quel tempo; Orlando era molto più grande, nei parametri del tempo; ...