Principe azzurro
Data: 30/06/2020,
Categorie:
Etero
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
... aveva quasi vent’anni e aspettavo che lo facesse.
Quando mi spinse dietro le strutture del bar deserto, mi limitai a chiudere gli occhi; le labbra che si impossessarono delle mie, la lingua che forzò i denti per perlustrarmi la bocca, mi stimolarono la figa che di suo si mise a versare umori; ardevo dalla voglia di sentirlo e spingevo l’inguine contro il suo per avvertire il cazzo che si induriva tra le cosce; mi scoppiarono negli occhi chiusi bagliori di arcobaleno e il ventre si scosse tutto; sborrai sicuramente, ma ricordavo poi solo che ero scombussolata.
Per un tempo che mi apparve eterno, ogni sera correvamo a baciarci dietro le cabine del lido e ci strusciavamo addosso finché io inondavo di umori le mutandine e lui macchiava regolarmente i bermuda nei quali sborrava; progressivamente, mi avviò a prendere in mano la bestia e a masturbarlo con sempre più coscienza e abilità; quando mi prese un seno mi sentii sciogliere; appena la mano entrò nel reggiseno e mi palpò a pelle il capezzolo, mi lasciai andare a un orgasmo quasi feroce.
Nel giro di pochi mesi, imparai a prendere il cazzo fra le cosce, sopra le mutande, per non toccare la verginità sacra; Orlando era il principe azzurro che mi svegliava con baci straordinari e nuovi, di cui parlavo con entusiasmo alle amiche pronte a suggerirmi nuovi approdi; fu così che glielo presi in bocca; non mi prese lo schifo temuto nemmeno quando ingoiai la sborra; divenni golosa del suo cazzo e lo succhiai per un lungo ...
... periodo; mi aveva abituato a ditalini infiniti che mi facevano barcollare.
A mano a mano che gli anni si accumulavano, gli concedevo di più, dalla spagnola all’inculata fino allo sverginamento che occupò il capitolo centrale di tutta la nostra evoluzione; la certezza era che il nostro amore sarebbe stato infinito e indefettibile, che ci saremmo sposati appena possibile e che avremmo avuto una famiglia felice e modellata sulla pubblicità dominante; passai come volando in un sogno gli anni dell’università fino alla laurea; trovai un lavoro e decidemmo di sposarci.
Erano otto anni ormai che formavamo una coppia indissolubile e Orlando continuava ad essere il mo fiero paladino, l’uomo che non mi negava niente e che mi sosteneva in tutto
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“Scusa, Angela; ma se era così fiabesca la vostra condizione, quando, come e perché di colpo è crollato tutto il castello dei sogni che, a quel che dici, apparteneva a voi due, insieme, non ad uno solo?”
“Francesca, io ho visto il vostro amore esplodere con forza in quel magazzino; la sua bellezza era tale da far risplendere anche un ambiente cupo e squallido come un ricettacolo di vecchie cose; purtroppo, non devi credere che saranno solo e sempre rose; ci sono anche le spine che oggi sono tenere, non le vedete e i piccoli graffi che procurano sembrano dolci; quando le rose appassiranno e le spine si faranno dure, anche quel vostro amore sarà a rischio.
Io commisi l’errore, che non mi abbandona neppure adesso, di continuare a ...