La porta della cantina
Data: 29/04/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Ryan74, Fonte: EroticiRacconti
... sulle labbra e quando sta praticamente implorando di metterglielo dentro, l’accontento. Guardo le sue tettone dondolare sotto i mie colpi e ogni tanto appoggiarsi sul piano della lavatrice, ogni tanto gliele accarezzo, strizzo ma è una parentesi perché il must di Michela è “Tienimi per i fianchi” mentre la scopo lentamente ogni tanto si gira a guardarmi e dire qualcosa di sconcio “Ora fermati” eseguo ancora una volta. Michela fa dondolare il culo, in pratica mi scopa rimanendo piegata, è armoniosa veramente, si muove in maniera elegante, non è mai volgare, nemmeno per un secondo. La sento ansimare più forte, la prendo con forza. Non aspettava altro. Gode. Purtroppo gode trattenendosi, avrebbe voluto urlare, avrebbe voluto dirmi quanto le stava piacendo ma io l’ho capito, ho capito tutto. Stanca e soddisfatta si appoggia completamente sul piano della lavatrice. Dopo qualche istante si rialza. Curiosa allunga lo sguardo oltre la porta. “Ah tenete le botti del vino” e comincia a girare nuda per la cantina. “Ma c’è il vino?” Rispondo immediatamente. “Certo!” E indicando le botti “Rosso, rosso, bianco” Michela “Io adoro il bianco” e si dirige verso la botte del vino bianco. “Ci sono dei bicchieri?”. “No, non credo, puoi prenderne uno dei tuoi in casa oppure ti pieghi, apri il rubinetto e bevi”. Michela ha capito che il mio “Ti pieghi”era un desiderio e mi accontenta. Con grande classe si piega sulle ginocchia, con le dita apre il rubinetto ma lo fa ...
... troppo velocemente e in pratica viene innaffiata di vino bianco. Un po' spaventata e un po' divertita si mette in piedi. “Mi sono sporcata tutta” E ride. “Potrei sporcarmi di più però”. Prendo la palla al balzo, vado da lei, che ritorna a mettersi accovacciata. Me lo prende in bocca, sa cosa voglio, in quelle interminabili chat erotiche con cui ci siamo massacrati i sensi glielo avrò ripetuto almeno 100 volte che avrei voluto godere sulle sue tette. Mi accontenta. Lo succhia e poi lo prende tra le tette. “Volevi questo? Dimmelo, volevi questo?” le dico subito di si. Ogni tanto avvicina la bocca per leccarmi la punta e continua a massaggiarmelo tra le tettone finché, mi lascio andare e godo sul suo seno. Michela ora era sporca davvero. E mentre io cercavo di ristabilire un contatto con la realtà, aveva di nuovo aperto il rubinetto ma questa volta aveva fatto tutto lentamente. Siamo rimasti in cantina a chiacchierare ancora per un bel pezzo. Abbiamo anche bevuto diverse volte. Con un lungo bacio appassionato ci eravamo salutati. Ho chiuso la porta e sono tornato in casa. I giorni passano tutti uguali, la mattina colazione al solito bar, poi studio e la serata cazzeggio e quando Roberto va a pescare io e Michela facciamo le solite porcate, le abbiamo continuate a fare per tutta l’estate, anche quando è arrivata la sorella. Sempre usando la porta segreta. Michela tradiva il marito e io tradivo zia Luisa ma ogni volta che mi vede continua a chiamarmi tesoro.