1. La porta della cantina


    Data: 29/04/2020, Categorie: Tradimenti Autore: Ryan74, Fonte: EroticiRacconti

    Tanti anni fa, finita la sessione di esami universitari di maggio, decido di trasferirmi al mare. La vecchia casa di famiglia, quella delle mie estati da bambino e alla morte del nonno, era stata divisa, la zia Francesca aveva preso il piano terra e la mamma il primo piano con il terrazzino. La zia aveva ristrutturato il suo appartamento per affittarlo, tenendosi una piccola parte per se, dove custodiva le vecchie botti del vino del nonno e un’infinita quantità di cianfrusaglie di cui non si voleva liberare. La mamma invece aveva fatto dei lavori per poterci vivere una volta andata in pensione e nel frattempo ce la godevamo d’estate. Arrivo nel primo pomeriggio, apro tutte le finestre per far arieggiare i locali e togliere quella puzza insopportabile di chiuso e dopo aver dato una sommaria ripulita esco a fare la spesa. Mi dirigo al mini market a poche centinaia di metri da casa. Una volta dentro la voce inconfondibile di Luisa, “Tesoro, ti sei trasferito per l’estate?”. Le vado incontro e ci abbracciamo. Luisa è una grandissima amica di mamma e della zia, una signora dolcissima, una lavoratrice instancabile, fin da piccola gestisce il mini market in paese, una persona di grande spessore, unico neo… ha messo al mondo Roberto, un coglionazzo incredibile, il classico bulletto, di professione nullafacente, un tipo davvero insopportabile ma per fortuna Luisa era riuscita a convincerlo a trasferirsi in Veneto dallo zio, che portava avanti una grande officina industriale con ...
    ... tanti dipendenti. “Allora, che mi racconti tesoro? La mamma quando arriva?”. Rispondo alle domande di Luisa quando mi interrompe “Tesoro mio, sai chi ha affittato casa della zia Francesca?”. “No, zia! (io la Luisa, la chiamavo zia)”. “Roberto! L’ha affittata per tutta l’estate, sono appena arrivati!” E qui mi ricordo che la mamma mi aveva detto qualche tempo prima del matrimonio di Roberto e che io avevo scherzato sulle capacità cerebrali della donna che aveva sposato, com’era possibile che una donna “normale” si fosse sposata con Roberto, per me, rimaneva un enigma troppo grande, quasi come il contenuto della valigetta nel film Pulp fiction. Finita la spesa, mi ero pure fatto sbaciucchiare da zia Luisa, torno a casa e mentre porto i pacchi in casa “Ehi tu, mantenuto, cosa ci fai qui?”. Con un falso accento veneto il tremendo Roberto si era palesato come una di quelle disgrazie che ti capitano quando meno te lo aspetti. “Ciao Roberto, come stai?” E qui parte un pippone infinito di Roberto, sulla sua nuova vita in Veneto, sui grandissimi guadagni che stava facendo con lo zio e mi invitava a fare lo stesso invece di perdere tempo sui libri. “Ma lo sai che mi sono sposato?” Gli dico che avevo appena visto la madre e che mi aveva informato, gli ho fatto le congratulazioni e proprio quando credevo di essermelo tolto dalle palle “Michela!” Roberto chiama la moglie che ci raggiunge in un attimo. Strano, Michela ha due gambe, due braccia, una testa e se non fosse per un’espressione ...
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