Noche loca (edm.22)
Data: 15/12/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Fab80, Fonte: Annunci69
... pomiciando.
Stranamente la canzone riempipista fu un vecchio brano risalente, penso, alla fine degli anni 70: mi ritrovai nella fossa dei leoni, stordito da continue e vorticose prese, mentre una massa di giovani cantava saltando “sciolgo le tracce e i cavalli corrono, e le tue gambe eleganti ballano, balla per me, balla, balla, tutta la notte sei bella, non ti fermare ma balla fino a che..”
Guardai Eugène e Giulia che, tenendosi stretti per un braccio, roteavano come impazziti in mezzo a tutti gli altri; erano semplicemente bellissimi: le luci stroboscopiche, riflettendosi sui pannelli colorati della pavimentazione, esaltavano i riflessi biondi dei riccioli liberi del mio amico che sembravano esistere apposta per amalgamarsi col nero corvino della chioma di lei.
Ero solo incantato, ma non ebbi il tempo per provare la benché minima di gelosia perché Eugène, al cambio di strofa della canzone, rallentò il suo vorticoso movimento di modo che il mio braccio potesse incrociare quello di Giulia in occasione del prossimo ritornello.
Andammo avanti così, con frenetici cambi di danzatori, per tutta la durata del brano e furono istanti davvero magici, di intensità e libertà assolute; ancora oggi ogni volta che sento quella canzone mi commuovo fino alle lacrime nel ricordo di quello che fu sussurrando, sottovoce, i versi finali: “dammi la vita, dammi l’amore. Prova ancora, non ti fermare”.
Come era accaduto anche nella altre serate disordinate che avevo passato con i ...
... ragazzi, più diventavo ubriaco e più a mia voglia di bere aumentava; non importava cosa ingurgitassi tequila, gin o mojito: ero ormai proteso verso l’irresponsabilità e l’obnubilamento totali dei freni inibitori e della capacità di giudizio.
Il tempo si era dilatato in un mix di musica e suoni: ricordo confusamente i saluti abbinati alle raccomandazioni di qualcuno, forse era Giulia o una delle altre ragazze non saprei.
L’altra cosa che ricordo, ma probabilmente si era fatto molto tardi perché la pista era mezza vuota, è di me che, a torso nudo, ballavo roteando su me stesso, fino a cadere in terra, mentre sullo sfondo Andrea, Eugène e Roberto e almeno altri due tizi che non conoscevo, battevano le mani.
“Ehi raga, mi sa che è proprio andato!”
“Ma no il vecchio Fabietto ha solo bisogno di un po' d’aria fresca! Andiamo fuori!”
Mi ritrovai seduto nel dehors del locale su una specie di sedia da giardino di plastica verde. L’aria, piacevolmente fresca della notte, mi risvegliò quasi subito dal torpore alcolico e notai subito che, quelli in piedi di fronte a me, erano in cinque: i miei tre amici più altri due, tutti molto carini e anche loro a torso nudo per le fatiche del ballo.
“Voi chi siete?”
“Sono due miei amici della palestra che ci hanno raggiunto per festeggiare” rispose Roberto
“Abbiamo tano sentito parlare di te” aggiunse il primo che indossava degli attillati pantaloni rossi sopra le superga bianche
“Eh già… proprio così” continuò il secondo che ...