La sconosciuta del bus
Data: 06/11/2019,
Categorie:
Etero
Sensazioni
Autore: 1948, Fonte: RaccontiMilu
... confidenza. Ci siamo messi ridere per la felicità di sapere che siamo quasi coetanei, lei ventinove io ventisette. Fu proprio quella prima vista che mi sono accorto quanto fosse più provocante e maliziosa la sconosciuta rispetto a ciò che avevo visto in quei due anni sull’autobus. Quel giorno per entrare maggiormente in confidenza mi ha chiesto un aiuto per spostare delle pesanti mensole. Faceva un caldo terribile e il sole della tarda primavera entrava dalle finestre riscaldando l’appartamento. Rita mi stava spiegando cosa intendesse fare ma io ero più intento a guardare le forme del suo corpo che a starla a sentire. Indossa pantaloncini corti abbastanza stretti e la sua figura alta e formosa è valorizzata dalla luce del mattino. I lunghi capelli castani sono legati a formare un’elegante coda che le arriva sotto le scapole. L’avevo vista altre volte quella acconciatura che portava sul davanti per darsi un’aria da ragazzina per avere un’immagine accattivante sui maschietti. Di lei mi piacciono soprattutto le tette abbondanti forse una quarta, mi accorgo che sono ben fatte e sono evidenziate dalla sottile e attillata maglietta bianca che ne delimita bene la forma, quelle tette sembrano anche abbastanza sode, infatti senza reggiseno stanno lì, alte e immobili, si intravvedono anche i capezzoli che risultano essere appena visibili e sembrano grossi e scuri e mi immagino che abbiano l’aureola larga. Durante lo spostamento delle mensole, per un attimo la mia immaginazione ...
... naviga. Mi vedo intento a passare il cazzo tra quelle tette mentre lei, stringendole con le mani per tenerlo fra di esse, mi fa una magnifica spagnola che avrei desiderato culminasse in un’abbondante sborrata in pieno volto. Sono però riportato alla realtà da un ”Secondo te ci riusciamo?” “come?…….ah …..sì.. sì … “ ho risposto un po’ frastornato e subito iniziamo lo spostamento di quelle mensole. Forse per il caldo e per Rita che mi girava attorno, ma quelle mensole sembrano veramente pesanti. Il culmine è quando lei, in piedi sopra ad una piccola scala che mi chiede di tenere stabile, mentre si dà da fare a liberare uno scaffale lì vicino. Non dovevo tenere ferma la scala ma anche lei perché ha assunto una posizione sbilanciata. Per farlo la tengo con le braccia vicino alle natiche e le sue tette sono poco sopra la mia testa. Dal punto in cui sono, ne approfitto spostando lentamente le braccia verso l’alto per toccare i suoi glutei. Rita ha il classico culo a mandolino, formoso ed eccitante, proprio come lo sognavo di visitare pensando a lei in calore che me lo lascia visitare con il mio cazzo eretto che è ricevuto nel suo caldo piacere. Lei comunque non dice nulla, forse non se ne accorgeva neppure. Finito il lavoro, senza aspettare che mi scosti, Rita scende dalla scala ed il suo seno mi sfiora il volto, mentre le mie mani le accarezzano le natiche. C’è un istante di imbarazzo ma forse è un istante di studio delle intenzioni reciproche. Restiamo immobili l’uno vicino all’altra ...