1. La Caduta. Oltre il Confine. Tempesta.


    Data: 10/07/2019, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... diplomatica, quella più cauta. Amea avrebbe fatto la sua mossa? -Non disturbi.-, disse Fatma, -Stavamo raccontandoci storielle. Amea mi diceva di una sua… avventura.-, concluse. Era arrossita. Palese che l’avventura non fosse timida. -Capisco.-, dissi con un sorriso. -…E fu così che me lo trovai davanti, ritto e turgido, nudo e bello come un dio. Ma… purtroppo…-, la voce di Amea scivolò, divenendo inudibile, un’occhiata rivolta a me, -La sua virilità non fu all’altezza della situazione. Diciamo che poche cose ledono la dignità di un’uomo come l’incapacità di soddisfare una donna.-. -E poi… cosa facesti?-, chiese Fatma, titubante a chiedere ma rapita nondimeno. Amea sorrise. Io mi appoggiai al muro. -Beh, la moglie di lui si rivelò ben decisa a dar sollievo ai miei pruriti!-, esclamò la mangiauomini, -E prima che chiediate, sì: lo fece di sua iniziativa. Il marito ci osservò distese a darci piacere, l’una sull’altra, finché non fu in grado di unirsi nuovamente alle nostre danze.-. -E…-, Fatma non osò chiedere ciò che voleva, ma l’altra le sorrise nondimeno. -E fu stupendo. Oh, ancora sento quella lingua sui seni, tra le cosce, il di lui membro in bocca! Un oceano di estatica beatitudine! Se è vero che la donna sa sicuramente soddisfarne un’altra come un uomo mai potrà, è pur vero che un uomo può far sentire una donna tale in modi ignoti a noialtre. La combinazione fu fantastica!-, gli occhi di Amea brillavano di desiderio. Io la guardai, lei mi guardò. Sapevo di essere ...
    ... eccitato. Fatma espirò, sfregandosi le mani sul vestito. Era eccitata anche lei? Possibile? Possibile che Amea alla fine avesse trovato il modo di inserirsi tra noi, con il beneplacito di quella giovane tanto gelosa, tanto pudica? “Davvero, le donne sono un universo di cui conosco così poco…”, pensai. -E lo rifacesti?-, chiesi io, -Fare sesso con uomini e donne allo stesso tempo, intendo.-, chiarii a scanso di equivoci. Amea si voltò a guardarmi, sorridendo. -Naturalmente!-, esclamò, -E ogni volta fu un’estasi inenarrabile. Proprio non riesco a capire chi, pur potendo avere simili gioie, se ne priva per timore di scoprire cose di sé che potrebbero non piacere o per timori stupidi.-, quanto fu allusiva quest’ultima frase! Per un istante silenzioso fummo tutti avvinti da qualcosa, una malia inesprimibile a parole, ma perccettibilissima. Guardando Fatma vidi che si sentiva proprio come me. Amea si alzò, stiracchiandosi maliziosamente, ponendo fine all’immobilità e spezzando, forse volontariamente quella momentanea magia che ci aveva avvolti. -Beh, si è fatto tardi. Spero mi perdoniate. Ma prima di andare…-, Amea ochieggiò la stanza, guardandoci. Uscì. Io e Fatma restammo basiti, immobili. Si ripresentò dopo qualche istante. Aveva una caraffa e tre bicchieri. -Penso sia d’uopo brindare, alla vita!-, riempì i tre bicchieri di vino dolce. Fatma parve a disagio. Amea sorrise, passandole un bicchiere in bronzo. -Io… non bevo alcool. È… sbagliato.-, disse. Amea sorrise ancora, nient’affatto ...