1. La Caduta. Oltre il Confine. Tempesta.


    Data: 10/07/2019, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... -Le navi! Guardate!-, esclamò Izabel. Io guardai. E sbiancai sentendo il sangue defluire dal viso. Una delle navi, velocissima, ci stava accostando. L’altra invece ferveva di attività. I suoi occupanti scagliarono i rampini verso la balconata della murata, usandoli poi per scalare la murata. -Ricacciamoli indietro!-, esclamò Amea. Svanita era la tentatrice lussuriosa. Brandendo un pugnale, la donna prese a tagliare le corde. Erano spesse. Un braccio maschile la afferrò. Lei lo pugnalò, e terminò di tagliare. Un urlo squarciò la tempesta, sfidò il tuono. -All’inferno!-, ringhiò Amea. Il suo vestito pareva essere stato allargato di forza. Incurante, lei fece gesto che altri giungessero ad aiutarla. Dall’altra nave calò una passerella con un uncino. Si piantò nel legno della nostra. Uomini balzarono a bordo. Mercenari. E una donna. La riconobbi. Vera Nemlia, a capo della guardia di Aristarda Nera. -No…-, sussurrai appena. Fatma mi strinse la spalla. Si pose davanti a me. -Marinai! Non ho nulla contro di voi! Consegnateci Alexander Varus e porete riprendere la rotta!-, esclamò la donna. Io mi guardai attorno. Alcuni mi guardarono, palesemente decisi a consegnarmi. Tork s’impose. -Non esiste! Ucciderò il primo di voi che parla di cedere a questo ...
    ... ricatto! Non siamo traditori! E voi non siete i benvenuti! Alle armi!-, esclamò sguainando una sciabola. Altri impugnarono coltelli, spade e pistole a proiettili solidi. Io estrassi il pugnale, la reliquia maledetta. Non esisteva. Non avrei permesso che accadesse. Ero deciso a impedirlo. Ma non avrei avuto realmente modo di farlo: Un’onda enorme travolse le nostre navi. Abbracciai Fatma stringendola, pregando qualunque dio in ascolto di avere misericordia. Strinsi la Lama della Fondatrice con la disperata volontà di trascinarla negli abissi con me se fossi morto. Poi fu solo buio, acqua e caos.
    
    Eria ringhiò. Era riuscita ad arrivare in cima alla murata ed aveva rapidamente trapassato la donna dagli occhi verdi che aveva tentato di fermarla. La scagliò fuoribordo. E la vide. Un onda enorme, immane. Urlò di rabbia. No! Non ora! Non adesso! Inutile: il fato non poteva essere negato o ingannato. La travolse.
    
    Anche Vera Nemlia urlò la sua sfida al fato. Quando l’onda si abbatté su di lei, si era già tolta la corazza ed aveva rapidamente abbandonato le armi. Troppo peso era morte sicura e lei voleva sopravvivere, aveva ancora una missione. Una a cui non avrebbe rinunciato. Sussurrò una supplica alla Dea del Kelreas quando l’onda la inghiottì. 
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