1. La Caduta. Oltre il Confine. Tempesta.


    Data: 10/07/2019, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... diritto a chiedertelo ma…-, iniziai. -Non ne hai, infatti.-, tagliò corto lei, -Hai voluto quel coltello e hai voluto me.-. -Beh… a me sembra ragionevole…-, disse Izabel. -A me no! Devi scegliere! O me o quel coso!-, eruppe Fatma. Poi, improvvisamente, Izabel rise. Rise come un’idiota, della grossa, proprio con il cuore. -Ti rendi conto? Stai assistendo al più grande sacrificio che un uomo possa compiere. Questo tizio sta umiliandosi per te!-, disse quando poté parlare chiaramente. Fatma la fissò, improvvisamente confusa, io pure. -Leccherebbe la terra su cui cammini. Si vede. E questo è qualcosa che io non posso ottenere, neppure in diecimila scopate con lui. Ti ama. Ti ama davvero. Lo vedo da come ti guarda, da come parla. Sei cieca se decidi che fargli scegliere tra te e un coltello lo perderai. Una corda si tira solo fino a un certo punto! Si è già umiliato per te. Cos’altro vuoi?-. -Tu zitta che lo volevi per te!-, ringhiò Fatma. -Sì. E questo dovrebbe farti capire quanto sei fortunata. Non la do mica a tutti!-, esclamò Izabel senza negare l’evidenza. Io sospirai. Era una balla bella e buona, ne ero certo, ma perché mettere a nudo la verità? Izabel prese la mia mano. E afferrò un polso di Fatma. -Su… fate pace.-, disse sorniona avvicinando le nostre mani sino a che si toccassero. Ero basito. Basito. Non solo Izabel aveva contribuito a evitare, a sua insaputa che la verità sul coltello venisse fuori, ma aveva anche insinuato un dubbio nella corazza di orgoglio ferito ...
    ... e dolore in cui Fatma si era avvolta. Mi guardò e la guardai. Afferrai la sua mano. -Perdonami!-, esclamai con le lacrime agli occhi. Lei mi guardò. Tirò verso di sé. Mi strinse in un abbraccio, tanto da farmi quasi male. Voleva farmene. -Se ti becco di nuovo ti uccido.-, sussurrò al mio orecchio. Io la strinsi in risposta.
    
    Naturalmente non fu tutto così facile. Arrivati nella mia stanza mi fissò, con rabbia. -Avrei dovuto dire tutto. Tutto.-, disse appena chiusi la porta. Io annuii. Avrebbe dovuto. -Non l’hai fatto. Potevi farlo.-, dissi. Lei annuì. -Il coltello. Dammelo.-, disse improvvisamente. Glielo diedi. Senza esitare. Ero stanco. Lei lo estrasse. Lo impugnò con difficoltà. Lo guardò. Mi prese una mano. Incise appena. E incise la sua. Unimmo le mani lese in una stretta. Un patto. -Sul mio e sul tuo sangue, per il dio dei miei padri, sarò con te.-, disse. -Su questa lama, sul sangue versato e alla presenza della Dea, sarò con te.-, dissi optando per la formula del Kelreas, usata in questi casi solo per i giuramenti matrimoniali. Mi baciò. Con rabbia e con tutto il resto. Accolsi tutto e la strinsi. Lasciai che il Coltello della Fondatrice mi cadesse dalla mano e rimbalzasse a terra. La strinsi. La volevo. Molto. E anche lei. Ci spogliammo senza perder tempo. I baci successivi furono più dolci, più lenti, più saporiti e veri. Si mise sopra di me lasciando che il mio sesso entrasse dentro di lei dopo le nostre amorevoli carezze. Io sentii la sua intimità stringermi, ...
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