1. La Caduta. Oltre il Confine (3)


    Data: 05/03/2018, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... s’infilò tra di esse, alla ricerca del suo pertugio così caldo, pregno di umidore. Lo trovai. Carezzai, sfiorai. La giovane reclinò il capo, gemendo piano, ma quasi ininterrottamente mentre la masturbavo. Non misi dita dentro: non sarebbe stato giusto. Era la sua prima volta e non volevo che fosse meno che memorabile. Oltretutto, avrei potuto andare troppo a fondo, rischiando di sottrarle la verginità con un atto troppo ardito, cosa che non avrei voluto. Fatma aveva già perso molto. Quella notte doveva essere perfetta. Memore di passate esperienze, trovai il clitoride e presi a carezzarlo piano. Fatma gemette appena, un gemito modulato che si ripresentò ogni volta che sfioravo quel punto così delicato. La giovane mi carezzava piano il membro, come timorosa di sbagliare. Desideravo omaggiarla appieno, così le chiesi di stendersi. Lei lo fece. Mi stesi accanto a lei. Ci baciammo di nuovo, e lentamente la sentì aprire le gambe. Scesi sino a poter baciare la sua intimità fremente. Leccai e succhiai il suo petalo spumeggiante, e Fatma andò in visibilio. Colava miele. Il pube era leggermente peloso, forse a causa dei loro costumi, ma era un dettaglio cui non feci caso. -Fammi tua, Alexander.-, sussurrò lei. Io annuii. Mi piazzai tra le sue cosce. Affondai tra le sue pieghe, piano, poi fino in fondo. Sentii lo strappo. Un gemito più alto degli altri e improvvisamente le ero dentro, era mia. E io suo. Rimasi immobile, lei mi avvinghiò come un serpente, gemendo piano. Io la strinsi. ...
    ... Uscii e rientrai. Ancora e ancora. Fatma mormorò parole che non capii nella sua lingua, mentre mi stringeva con forza insospettabile per quel corpo minuto. La baciai. Ci scambiammo baci frenetici mentre sentivamo montare il piacere. La giovane era un vaso di miele bollente. Infine la sentii stringermi con i muscoli più segreti e sentii di essere a mia volta prossimo al gran finale. Eiaculai prepotentemente dentro le viscere di Fatma, mentre lei mi mordicchiava il collo. Crollammo abbracciati. Solo molti istanti, o ere, dopo, lei mi baciò, sussurrando che era stato bellissimo. -Ringrazio che mio fratello si è opposto alla purificazione.-, disse. Io la guardai interrogativo. Lei mi prese la mano, portandosela tra le gambe e con un dito, sul clito. -Alcune donne… viene tolto questo.-, disse incerta sulle parole. Io annuii. Mi pareva barbarico. Ringraziai gli dei che una tale sorte non fosse toccata a lei. Restando abbracciati ci addormentammo.
    
    Il sogno prese tinte poco chiare. Una sagoma ammantata d’ombra, come proveniente dall’altra riva del fiume dei morti. Come se Yneas stesso avesse voluto farmi visita. -Trova il tuo cammino.-, disse con voce chiarissima e lontana. -Il mio… cammino?-, chiesi all’eternità e all’infinito. Nessuna risposta. Non capivo. Ero solo nel vuoto. Nel buio. Tenebre tutt’attorno. E non comprendevo. E bramavo salvezza.
    
    Mi svegliai di soprassalto. Fatma, accanto a me, dormiva. Guardai la finestra della camera. Era ancora presto. Non era ancora sorto ...