1. La Caduta. Oltre il Confine (3)


    Data: 05/03/2018, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... baciammo di nuovo, stavolta le mie mani presero ad accarezzarle la schiena, piano. Lei mi sorrise, guardandomi dopo che ci fummo staccati un istante. -Non temere. Lo voglio quanto lo vuoi tu.-, disse. Io sorrisi. Certo che lo voleva. Le sue mani mi accarezzavano il petto, indugiando piano sino all’addome, scivolando lungo la veste, cercando aperture. Io le accarezzai il viso, scesi lungo il collo, poi sul petto. Il cuore di Fatma batteva come quello di un uccellino, trepidante. Come anche il mio. Sentivo il mio membro ergersi. La giovane mi accarezzò il petto da sotto la veste. Me la tolsi, mentre lei slacciava un nodo. La sua veste si aprì, come un meraviglioso fiore. Sotto di essa Fatma non indossava che una cortissima sottoveste che copriva il pube e il sesso. Rimasi a bocca aperta. Lei sorrise. -Sono così bella?-, chiese con quel suo accento stupendo. Io riuscii solo ad annuire. Lei mi accarezzò il petto e la sua mano indugiò un attimo prima di sfilare il cinglarum e abbassarmi i calzoni. Il mio sesso balzò prepotentemente fuori dagli strati di tessuto. Lei lo fissò. Dubbiosa? Timorosa? O solo compiaciuta? Non lo seppi dire. Mi dedicai a baciarle piano il seno. Lei gemette appena. -Oh… che bello… continua… Mi piace…-, lo disse nel linguaggio di quei luoghi, scossa da brividi che testimoniavano la veridicità delle sue parole. La sua mano continuava ad accarezzarmi il petto, scendendo sino all’ombelico, ma senza spingersi a toccare il mio sesso eretto. L’altra mi spingeva ...
    ... contro i seni, come a volermi soffocare con essi che, pur piccoli, parevano molto ricettivi. Le mie mani le accarezzavano la schiena, le natiche e si spingevano sino a sfiorare il pube. -Così…-, mormorò lei. Sfiorai ancora il tessuto tra le sue cosce e sentì qualcosa di umido e caldo. Fatma pareva già ben avviata verso il godimento. Mi staccai piano, lei mi lasciò andare, come timorosa di avermi deluso. Le sorrisi. Le presi una mano. Intrecciai le sue dita alle mie, come fosse stato un rito. -Ti amo.-, sussurrai in lingua licanea. -Ti amo.-, rispose lei, nella stessa lingua. Ma lo ripeté subito nella sua lingua natia. Il nostro bacio successivo fu molto più passionale. Io le sfilai piano le sottovesti. La contemplai facendo un passo indietro. Nuda, Fatma era stupenda. Mi sorrise. -Le donne della nostra gente si scoprono raramente il capo.-, disse prima di slegare il velo. I suoi capelli corvini si sciolsero lungo le spalle. Le sorrisi. Ero stregato. Vederla così era come un pugno allo stomaco, un colpo che mai mi sarei stancato di ricevere. Si avvicinò. Con dita esitanti mi carezzò il membro. Gemetti. Lei si fermò. -Continua…-, sussurrai. Lei sorrise. Lo carezzò di nuovo e infine lo prese in mano, piano, esitando ancora, neofita di arti amatorie. Lentamente, goffamente, scoprì il glande. Socchiusi gli occhi. A dispetto della mancanza di esperienza, il trattamento di Fatma stava piacendomi molto. Le carezzai i seni, la mia mano destra scese, sino ad accarezzarle le cosce, poi ...
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