1. Adam vince sempre


    Data: 16/04/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Tanuus, Fonte: EroticiRacconti

    ... nelle mutande. Per qualche secondo lo strofinò per bene sui geniali prima di prima di tirarlo fuori e ripormelo nuovamente sulla testa, esclamando: "Scusami, avevo dimenticato di scrollarmi l'uccello. Ora ho risolto, grazie!".
    
    La cosa che più mi provocava frustrazione era vedere come lui in un modo o nell'altro riuscisse sempre a farla franca. Tutte le sue malefatte passavano costantemente sottotraccia, del tutto impunite, e la sua ottima considerazione sociale non veniva minimamente scalfita. Consideravo tutto questo profondamente ingiusto.
    
    Gli anni del liceo terminarono e ognuno prese la propria strada. Io mi iscrissi all'università in una città a diversi chilometri di distanza dal mio paese di origine. Ero sollevato all'idea che Adam non avrebbe più avuto modo di tormentarmi. Ero anche vagamente rammaricato per non essere riuscito in nessun modo ad avvicinarmi ad Angelina e a ritagliarmi la mia seppur misera occasione.
    
    Trascorsero circa tre o quattro anni. Io mi ero trasferito nella città dove studiavo e tornavo a casa solo occasionalmente nei fine settimana. Era un venerdì sera tardo-primaverile, e me ne stavo stravaccato sul sedile dell'interregionale che mi stava riportando alla mia città di origine, al termine di una settimana sfiancante di studio in vista degli esami. Completamente immerso tra i miei pensieri, fissavo la luce delle abitazioni che si rincorrevano fuori dal mio finestrino. Ero esausto, ma tutto sommato mi sentivo sereno. Il treno si arrestò ...
    ... in una stazione parecchio affollata. Osservavo disinteressato il fluire delle persone che salivano e scendevano dalla mia carrozza. D'un tratto mi parve di intravedere qualcosa che mi fece gelare il sangue. Pensavo e speravo di aver visto male, ma guardando meglio mi accorsi di aver visto tremendamente bene. Era proprio lui, Adam. Non avevo idea di cosa ci facesse lì, non avevo più avuto sue notizie. Sta di fatto che stava salendo sulla carrozza dove mi trovavo io. Mi volta immediatamente verso il finestrino e cercai di farmi piccolo piccolo, per rendermi invisibile. "Ehi! Ma guarda un po' chi c'è qui!". Avrei voluto evaporare. Mi voltai e risposi con una smorfia appena accennata di finta sorpresa: “Ehilà”. Ma ne uscì un’esclamazione debole e quasi strozzata. “Ti ricordi di me? Frequentavamo lo stesso liceo!”. Quella domanda mi lasciò perplesso. La risposta era così scontata, che mi sorse il dubbio che si stesse prendendo gioco di me. E poi perché quel tono così affabile, allegro e cordiale? Con me non si era mai approcciato in quel modo. In ogni caso risposi: “Certo che mi ricordo”. “Vedo che c’è un posto libero, non ti dispiace se mi siedo qui, giusto?”. A quel punto maledissi il momento in cui avevo deciso di prendere quel treno, ma ormai ero lì e feci di tutto per apparire impassibile: “Prego, siediti pure”. In ogni caso quasi non feci in tempo a rispondere, che già stava appoggiando tutti i suoi bagagli. Dopodiché si mise bello comodo sul sedile accanto al mio. Mentre ...
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