1. Passaggio pericoloso


    Data: 07/04/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Mads19, Fonte: Annunci69

    ... inebetito. - Si può sapere cosa vuoi? - le domandai, arrabbiato e incredulo allo stesso tempo.
    
    Quella bastarda si era inventata tutto: la macchina che non partiva, la casa degli amici lì vicino… e quel rapporto sessuale (incompleto) non era altro che una trappola, tesa al momento giusto perché ci cadessi dentro come un fesso… che idiota! Lo sapevo che dovevo fidarmi dei miei istinti: fin dall’inizio non mi era piaciuta, c’era qualcosa in lei che proprio non mi convinceva e invece… mi era bastato cedere alla tentazione di palpare un paio di tette per trovarmi in un bel guaio. E ora?
    
    Cercai di farla ragionare: - Guarda, non so cosa tu pensi di ottenere da me: ho solo pochi soldi in tasca e non ho nient’altro da darti… -
    
    - Non ti preoccupare, per ora mi basteranno… tanto di polli come te sai quanti ne trovo? - La battuta non mi piacque per niente, ma sul pollo purtroppo aveva pienamente ragione. - Continua a tenere le mani in alto, e comincia a scendere di macchina, ma molto lentamente…-
    
    Eh, no! La macchina era troppo: l’avevo comprata solo da pochi mesi, e mi era costata anche parecchi sacrifici… non potevo lasciarmela rubare così!
    
    Cercai di guadagnare tempo: - Senti, almeno dammi un po’ di soddisfazione, sai come siamo fatti noi maschietti… ti è piaciuto il nostro rapporto? -
    
    - Oh, niente di eccezionale, per la verità… comunque le tette sai leccarle bene: guarda, ho i capezzoli ancora turgidi! - E lo disse mentre con la mano libera si stuzzicava i ...
    ... seni.
    
    Attraverso la maglietta vidi che le stavano spuntando due specie di “chiodi”, e la mia eccitazione tornò a salire di colpo: - Senti, prima di lasciarmi qui da solo in mezzo alla campagna, fammele vedere un’ultima volta, ti prego… - le chiesi.
    
    - OK, in fondo un ultimo piacere te lo posso fare… guarda ma non toccare! - rispose, tirandosi giù la maglietta ancora una volta.
    
    Rimasi estasiato a guardargliele per qualche secondo. - Ora basta, lo spettacolo è finito: poche storie e scendi! - mi ordinò.
    
    Non potevo dargliela vinta… Accennai qualche imprecazione di circostanza, del tipo “Brutta stronza, te ne pentirai!” e cominciai a voltarmi molto lentamente per aprire la portiera, abbassando la mano sinistra per trovare la maniglia.
    
    La mano destra era sempre in alto, molto vicina alla sua pistola. Avevo paura di quell’arma, ma dentro di me ebbi un improvviso motto d’istinto: non sarebbe finita così!
    
    Con uno scatto repentino mi voltai verso di lei, e con la destra le tirai un colpo violento sulla mano che reggeva la pistola, che cadde sul sedile posteriore. Lei non ebbe neanche il tempo di reagire: restò sbalordita per un istante a guardare la mano disarmata, senza accorgersi che, ruotandomi, le stavo facendo arrivare addosso il mio sinistro.
    
    Cercai di colpirla più forte che potevo, e dovette essere davvero un pugno tremendo, perché la centrai all’altezza dello stomaco, facendola svenire sul colpo.
    
    Non pensavo di avere un sinistro così potente, ed in effetti restai ...
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