01. mio fratello lorenzo - l'istante perfetto
Data: 31/03/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: acheronte2, Fonte: Annunci69
... eseguii l’ordine di mio fratello che in un baleno vidi già seduto. L’accappatoio si aprì rivelando di nuovo il cazzo che segnava ancora un angolo di 45 gradi.
Senza togliergli gli occhi di dosso: «Ci mette un po’ a sgonfiarsi, vero?»
Come per assecondarmi la visuale, sporse in avanti il bacino, allargando le cosce. Roteando davanti la faccia le dita del piede della gamba più corta: «Tra poco si smoscia, vedrai» sistemandosi lo scroto per mostrarmi bene le due grosse uova da diciassettenne che conteneva.
Deglutendo gli dissi: «Posso toccarlo?»
Deglutendo mi disse: «Perché lo vuoi toccare?»
Scrollando le spalle, fingendo disinteresse: «Così… voglio sentirlo in mano quanto è duro»
Tra sé e sé: «Ma non poteva essere Maristella a dirmi una cosa del genere!? No!? Mai una gioia...» mentre si tamponava i capelli con la spugna, ma senza essersi ancora chiuso l’accappatoio, credo, per vanità.
Notai che l’uccello stava acquistando nuovo turgore.
«Perché scatta? Va su e giù… ahahah… stai pensando a leeiii!» quasi schernendolo.
«Non sei contento? Così me lo tocchi un po’ e poi ti togli dalle palle» con ilarità.
Io invece gli sfoderai un sorriso a 54 denti.
Poi, per sincerarsi, disse: «Basta che non vai a dire niente a nessuno, ok?».
Risposi col gesto dei nostri segreti.
«Siediti qui» mi disse, indicandomi il bordo della vasca. Mio fratello stava per condividere con me la sua intimità più profonda. Una cosa che solitamente tra fratelli, ovviamente, ...
... non accade.
Dopo essermi sistemato, con sufficienza: «Una volta ho toccato per sbaglio le tette di Maristella e non sono così grosse come dici»
«Davvero gliele hai toccate? Cazzo…» inspirando a denti stretti, prese in mano il suo batacchio e lo stirò come se volesse strangolare una gallina.
«Ma così non ti fa male?»
«No, così invece diventa più duro. Guarda, toccalo ora.»
Mi prese un nodo alla gola mentre un brivido mi attraversò la schiena. Intravedevo i suoi occhi di un nero più intenso del solito che, attraverso i riccioli bagnati caduti a mezzo volto, guardavano il suo cazzo. Era eccitato, con la bocca semiaperta. Il profumo di bagnoschiuma ci avvolgeva.
Allungai la mano e col pollice e l’indice gli presi la cappella, gesto maldestro che lui percepì come un pizzicotto.
«Ahi, così mi fai male!» scostandomi il braccio. Poi: «Apri la mano come per ricevere un soldino… ecco… bravo». Lo poggiò al centro del mio palmo. Ne avvertii il rumore: era pesantissimo.
«Ora chiudi la mano piano piano, delicato però».
Non riuscivo, ovviamente, a contenerlo. «Aspetta… prendi il borotalco».
Glielo portai. Se ne versò un po’ nella mano e cominciò ad infarinarsi il pescecane. Poi si dedicò allo scroto ancora umido. Le palle gli si separarono, compattandosi. Quando tolse la mano il suo pene era ormai completamente eretto e imponente.
Divaricò ancora di più le cosce: «Così andrà meglio…». Avendo uno scroto difficile da gestire, anni dopo ritroverò familiare questo ...