LE CINQUE GIORNATE DI MILANO
Data: 13/03/2019,
Categorie:
Etero
Autore: suve, Fonte: RaccontiMilu
... ardore sempre crescente. Non è vero che l’atto le faccia così male come dice, anzi dopo un poco riesce anche a apprezzare la sensazione di sentirsi riempita diversamente, aiutandosi con due dita sul clitoride, e quando il Conte si muove veloce avanti e indietro, gemendo e serrando i denti per non godere subito, lei si lascia cadere sul letto, infilzata come una farfalla in un quadro, gemendo e urlando di piacere per se stessa e per lusingare l’uomo. Solo lei sa che, nella sua mente, è Mario che la sta possedendo in quel modo, è Mario che la fa godere, è Mario che le inonda l’intestino di sperma bollente.
‘ Prego Contessa, venite. Capitate proprio a proposito. ‘
La Contessa è tornata al Castello sforzesco, con la scusa di cercare protezione dai rivoltosi, per vedere se riesce a sapere altro di utile. Il Conte le si fa incontro prendendole la mano e conducendola ad una finestra.
‘ Ecco, guardate. Questa notte abbiamo catturato dei ribelli. Ora potrete vedere il destino che si sono scelti. ‘
Celando il disgusto, la Contessa si avvicina alla finestra. Nel cortile di sotto tre giovanotti sono legati a dei pali infissi nel terreno. Spavaldamente guardano i soldati in fila davanti a loro, i fucili puntati. Il cuore le balza in gola osservandoli, riconoscendo tra essi Mario. Spalanca la bocca per gridare, gli occhi sgranati, e in quell’istante sente l’ordine:
‘ FUOCO! ‘
Dodici fucili sparano, dodici nuvolette di polvere di alzano ...
... nell’aria, tre corpi si contorcono colpiti dal piombo, senza poter cadere per terra per i legacci. Lo stesso istante dell’ordine Mario ha alzato gli occhi verso di lei, forse l’ha vista dietro il vetro, forse ha visto il suo viso sconvolto, e lei ha visto i suoi occhi chiari fissarla per l’ultima volta prima che la testa ricadesse inanime. E’ troppo per lei, la vista le si oscura, le forze le mancano. Sente come in lontananza delle voci, delle mani che la sorreggono.
‘ Contessa. Contessa. Oh mio Dio, è stato uno spettacolo troppo violento per lei.
Il Conte, insieme a due valletti subito accorsi, la sorregge preoccupato, equivoca il motivo del mancamento ed è felice quando la donna si riprende. Non fa caso al suo sguardo ora glaciale. Lo spadino che porta al fianco ha una funzione puramente decorativa, ma è pur sempre un’arma. Quando lei, con uno scatto felino, se ne impossessa e glielo affonda nello sterno, spalanca la bocca per lo stupore. L’ultima parola che ode, da una voce piena di odio, è:
‘ Assassino! ‘ ‘ Aspetta Fritz, quella non è Rosina? La puttana? ‘
‘ Sì, sì, è lei. Per fortuna è passata di qui, mi stavo rompendo le balle. Ehy Rosina’ fermati ‘ ‘
‘ Ciao Fritz, ciao Gregorius, dai ragazzi, lasciatemi passare che vado di fretta. Se faccio tardi non trovo niente da mangiare e mio marito mi picchia. ‘
‘ E che importa a noi di tuo marito? L’ordine è di non far passare nessuno senza permesso. Tu hai il permesso ...