Inedita succursale d’attrazione
Data: 10/10/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... più sarà coinvolta la tua mente. E tu sei già coinvolta. T’innamorerai di me. Sono certo che farò leva anche su questo tuo sentimento, per annientarti totalmente e fare di te la mia troia. Quello che già sei’.
‘Dove sei?’ – gli rispondo io invano, anche perché non m’aspetto che sia in linea, che mi risponda subito.
‘Sono qui, raccontami che cos’hai fatto. Hai fatto l’amore con tuo marito pensando a me? Ti sei fatta scopare da lui nel solito letto o l’hai provocato? Hai voglia di fare l’amore, vero, d’essere scopata senza tregua, con furia o lentamente? Rossana, io voglio la tua mente, voglio scopare la tua mente e fottere il tuo corpo. Voglio vederti. Incontriamoci, segui le mie istruzioni’.
‘Aspettami’ – però lui non mi risponde più. Segue un allegato con un file dove mi dà le indicazioni per raggiungerlo. E’ arrivato il momento, l’appuntamento è fissato all’Hotel Splendor a Teramo. La stanza sarà la numero tredici, troverai ciò che desideri, ovvero me’.
Lui m’ha trascinato là, io lasciato che mi trainasse nel suo desiderio. Ho preso il treno dalla stazione di Roma e ho seguito le sue indicazioni, i suoi ordini. Lui m’avrebbe aspettato all’hotel Splendor di Teramo. Tutto era già stato prenotato e pagato, il portiere dell’albergo m’ha sorriso come se sapesse che io ero una delle tante che lui aveva condotto lì. Ero andata dal parrucchiere, avevo ravvivato il colore nero dei miei capelli, avevo laccato le unghie di mani e piedi d’un colore rosso accesso e ...
... preparato la biancheria intima. Lui m’aveva persino intimato come dovevo vestirmi, sul letto m’aveva preparato quello che dovevo indossare, non avevo mai avuto dei regali così. Non mi ero mai sentita così. Un tubino argentato lucido come la carta stagnola, appariscente, attillato, niente reggiseno, un perizoma nero, un paio di calze nere velate con la riga dietro, una guerriere nera, trasparente, le scarpe nere con un tacco alto argentato e una piccola cinta a catenella intorno la vita con un anello che pendeva. Quella era stata la cosa che m’aveva fatto acquistare, mandandomi a comprarla in un negozio d’intimo di Roma, dove avevo dovuto subire lo sguardo insistente del commesso che mi aiutava a provarla e a stringerla in vita. Lui sapeva per quale ragione sarebbe servita.
In quel momento mi sono guardata allo specchio, non ero più Rossana, ero un’entità diversa, ero l’immagine riflessa di quello che avrei voluto essere: una completa e fiera femmina in calore. Sul letto c’era anche una chiave, era della stanza attigua, lui m’aspettava lì al buio. Sentivo il mio respiro affannoso rimbombarmi nelle orecchie, sentivo l’odore del mio sudore appiccicarmi i vestiti, cercavo d’immaginare come potesse essere fisicamente, forse non importava, perché io lì semplicemente per me stessa, dovevo soltanto aprire la porta. Non avevo più pensieri, solamente voglia di scappare, ma il desiderio di poter finalmente sentire il suo odore, baciare la sua pelle, scoprire i suoi occhi era più forte ...