1. Le lasagne al forno


    Data: 29/07/2024, Categorie: Etero Autore: pink_, Fonte: EroticiRacconti

    ... certo, ma sa che deve aspettare il suo turno, sa bene che tra poco lei, col respiro ancora a singhiozzo, si volterà a guardarlo, stringendosi un dito fra i denti, con le guance arrossate e una scintilla di minaccia negli occhi, come a dire: vieni qui, cazzo.
    
    Sarà proprio a lui infatti che si rivolgerà, perché Filippo sa anche che, da quel momento in poi, il suo ruolo sarà semplicemente quello del portatore, di cazzo.
    
    Perché di colpo, ora, diventa tutta una cosa fra lei e quel grosso pezzo di carne.
    
    Lo fissa, con certi occhi, lo ipnotizza lasciando che si avvicini e, quando la distanza è quella giusta, tira fuori la lingua per assaggiargli golosamente la cappella, ancora un po’ di dolce, sì, un tantino sapido ma lo prendo volentieri, grazie.
    
    Una leccata, avida, poi un’altra, un’altra ancora e poi un bacio, sporco, tenero e sporco, con labbra morbide che si schiudono, lasciando che il cazzo ci scivoli dentro.
    
    La prima succhiata produce uno schiocco, così che la bocca si apra e un filo di bava la leghi alla carne pulsante.
    
    Un sorriso che è solo ...
    ... di gioia prima di allungare la mano e afferrarlo, iniziando a masturbarselo sulla bocca, che non è neanche un pompino quello e forse nessuno si è mai preso la briga di dare nome a una cosa del genere. Una pippa a fior di labbra, ecco cos’è, dolce inventiva che obbedisce al solo istinto, lasciarlo scivolare sulla saliva senza smettere di sbaciucchiarlo, aumentare il ritmo della mano sbattendosene altamente dei versi che arrivano da lassù. Fissarlo con occhi curiosi e impazienti, occhi da troia innamorata del proprio cazzo, quasi implorante per quella meravigliosa esplosione che ora arriva a innaffiare la domenica, sul viso, sugli occhi, sui capelli e sul vestito, schizzi di sborra come fosse spumante buono per accompagnare un dessert. Proprio lì, dove solo poco fa era seduta quella cara dolce rompicoglioni, sporcando i piatti e quel che resta del pranzo di famiglia, scoppiando infine a ridere, fra gli ultimi baci e altre leccate goduriose, come a dire stia tranquilla signora, mi prendo io cura del suo bambino, adesso.
    
    Questo racconto è dedicato a mia suocera. 
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