Le lasagne al forno
Data: 29/07/2024,
Categorie:
Etero
Autore: pink_, Fonte: EroticiRacconti
... con cui ribadire che suo figlio, quando viveva ancora sotto le sue ali, veniva nutrito come si deve ed è stato abituato a cibi sani e gustosi.
A farle da contraltare ci pensa l’altra madre, ribattendo a ogni frecciata perché sa, fin troppo bene, che ogni critica a sua figlia è in realtà rivolta alla sua persona.
Gli uomini si limitano a darci dentro con le mandibole, riempiendosi l’un l’altro il bicchiere tra chiacchiere assolutamente inutili, di cui a nessuno importa un bel niente.
È il momento fatidico del primo assaggio, a cui, nell’ordine appena descritto, arrivano puntuali i commenti affilati del duello tra consuocere.
«Tesoro, è buona ma.. la pasta.. come l’hai fatta? Quante uova ci hai messo?».
«Una a persona, giusto? “Noi” in famiglia abbiamo sempre fatto così!».
«Lo sapete che in Emilia le lasagne le fanno verdi? Mettono gli spinaci, nell’impasto..».
Questo è invece il padre di Michela, da quando ha iniziato a rincoglionirsi coi programmi di cucina è diventato una sorta di esperto gastronomo, sempre pronto a dire la sua, anche quando nessuno gliela chiede.
Filippo e suo padre invece, sembrano come sempre seduti a un altro tavolo, parlano di calcio ovviamente ma più che una discussione la loro pare un’esibizione di luoghi comuni e apparentemente incomprensibili. La Juventus che gioca bene, o forse male, il modulo che sembra non essere adatto ma non si sa bene per cosa, l’arrivo di un nuovo allenatore, criticato aspramente perché pare sia ...
... troppo allegro ma è comunque molto meglio del pirla dell’anno scorso.
Boh!
Michela mangia e non dice niente, sa bene che a infilarsi fra le due signore rischierebbe di vederle improvvisamente allearsi, contro il nemico comune dell’inesperienza di gioventù.
Potrebbe dirglielo, certo, raccontare che stamattina si è alzata presto, per sistemare la casa e fare quella pasta, mentre il suo fidanzato dormiva ancora beatamente nel lettone.
Che proprio lì, nella stanza in cui stanno mangiando, si è ritrovata sola, con indosso la tuta della domenica e il grembiule, a darci dentro con le uova e la farina, un occhio sul ragù e l’altro verso l’arrosto chiuso in forno. Così tante cose da fare, l’orologio che corre, di colpo si è fatto tardi, il tempo di cuocere la pasta sognando già una beata e doverosa doccia.
Potrebbe dirgli di quando poi il bambinone si è finalmente alzato, ha mosso passi per casa con la sola esigenza di andarsene in bagno.
Lo scarico dello sciacquone seguito da uno sbadiglio, fino a percepire la sua presenza dietro le spalle, come un gatto sornione che tenta un agguato, si avvicina di soppiatto e le si appiccica sul culo.
«Buongiorno!» ha detto lei, sentendosi rispondere solo da un mugugno, un respiro sul collo e le mani che vanno ad appoggiarsi sulle sue, danzando poi insieme nell’impasto, un po’ come nella famosa scena di Ghost.
«Stai buono..» gli ha detto una prima volta, mentre le manone ormai infarinate hanno iniziato ad andare alla cieca, ...