Le lasagne al forno
Data: 29/07/2024,
Categorie:
Etero
Autore: pink_, Fonte: EroticiRacconti
... scopare è facilmente contagiosa, magari il tempo di una sacrosanta sveltina, dai, giusto quella, prima di tornare all’acqua che già bolle.
Ma l’organizzazione del pranzo domenicale richiede attenzione, ci sono troppe cose a cui pensare, l’arrosto ad esempio, che iniziò a colorarsi troppo, emanando un minaccioso odore di bruciato e di suocera insoddisfatta.
Michela trasalì, sfuggendo a quel nuovo assalto frontale, si precipitò saltellando davanti al forno, con ancora i pantaloni abbassati fino alle caviglie.
C’è poco da sorprendersi se lui, a quel punto, ritrovandosi a guardarla da dietro, mentre si piega a controllare la cottura spingendo in fuori il culo nudo l’abbia di colpo raggiunta, si sia inginocchiato a sua volta, iniziando a inventarsi un nuovo tipo di colazione.
Vai a dirgli che non ti sei ancora fatta la doccia, vai a dirgli che forse non è il caso, vaglielo pure a dire, ma, conoscendolo, rischieresti solo di aizzarlo ancora di più.
Con quella grossa lingua, che assaggia, lecca, accarezza ogni cosa che si ritrova davanti, risale schiudendo le labbra, ci entra dentro, a fottersela, lasciando che anche lei si trasformi in gatta miagolante, con le mani poggiate sul forno a dimenare i fianchi, giusto il tempo di abbassare la temperatura e poi lasciarsi divorare.
Quella lingua, proprio lei, che poi risale ancora, attraversa quei pochi centimetri in cui si misura l’ampiezza del paradiso, in un continuo umido solletico che sale, più su, fino a puntare ...
... dritta verso il suo buco del culo.
Davvero vuoi fermarlo ora? Perché piuttosto non ti fai i cazzi tuoi e lo lasci stare?
«Tesoro, scusami se insisto, ma forse è la cottura.. quale ripiano del forno hai utilizzato?».
«Hai fatto come ti ho detto io, no? Prima sotto e poi sopra, per farle fare la crosticina, giusto?».
«Ma certo» risponde Michela al doppio interrogatorio, si volta un attimo a guardare suo padre, intento a cercare qualcosa sul telefonino, forse una nuova preziosa citazione culinaria, poi suo suocero, che agita la forchetta, adirato con un tizio, no, forse due, tali Cristiano e Rolando, che sembrano aver fatto qualcosa di particolarmente grave, non si sa se a lui solo o al mondo intero.
Infine si volta a guardare il suo fidanzato, occhi negli occhi e una tacita intesa, su ciò che solo poco fa è successo in quella stessa stanza.
La lingua, certo, eravamo arrivati lì, poco prima che lui si alzasse in piedi, e iniziasse a fare lo stesso percorso col cazzo: le labbra, ormai fradice, entrarci dentro, solo un po’, solo per sentirla miagolare; poi ognuno di quei centimetri benedetti, oltre cui c’è di più, qualcosa di più alto e più intenso del regno dei cieli, una porta verso l’infinito.
Perché, suvvia, ogni coppia ha il sacrosanto diritto di inventarsi il proprio modo di intendere il piacere e se davvero qualcuno lo giudica indecente, o peggio ancora immorale, la risposta è sempre quella: fatevi i cazzi vostri (a cui è il caso di aggiungere) che a farmi ...