Flux: visioni di cambiamento
Data: 08/07/2024,
Categorie:
Etero
Lesbo
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... bene che si fermasse, che riflettesse. E se aveva capito bene il tono di voce di quel vecchiaccio che le aveva commissionato il suo ultimo lavoro, qualcuno la stava cercando. Volevano il disco, quel disco che pareva uscito direttamente dai suoi sogni. Ma lei non poteva cederlo, perché quell’oggetto poteva essere la sua ultima e unica speranza. -Ti ospito. Ho una stanza per gli ospiti al piano di sopra.-, disse Enoch. Le fece strada. La giovane lo ringraziò, si gettò a letto. Si addormentò prima ancora di toccare il cuscino.
Il canto era antico, ma per qualche ragione, Flux riusciva a capirne le parole come se fosse stato inglese. -Portami dal Visibile all’Invisibile. Dall’Irreale al Reale. Dal Falso al Vero. Dall’Uno all’Infinito.-. Il canto continuava, Accompagnato da tamburi e conchiglie che producevano suoni suonate da asceti. Il Tempio, ancora, apparve. Brillava. Appena lo vide, Flux si svegliò.
Si alzò. Era notte inoltrata. Sì e no saranno state le tre di mattina. Comprese che il sonno non sarebbe tornato. E poi lo sentì. Qualcuno che bussava. -Arrivo.-, biascicò la voce di Enoch. “Dev’essere un qualche paziente urgente.”, pensò Flux, decisa a ignorare il presentimento che le urlava che non era proprio nessuno di amichevole. La porta si aprì. -Sì?-, chiese Enoch. -Veniamo per la ragazza, Flux. Sappiamo che é da te.-, disse una voce. Accento caucasico, tono scortese. Come diamine avevano fatto a capire dove si trovava così in fretta? Non aveva importanza. Non ...
... dovevano trovarla e Flux lo sapeva. Spalancò la finestra e uscì. -Guardate… non so di chi parliate… Io qui sono solo.-, disse lui. Rumori di collutazione. Uno sparo. L’avevano ucciso. Quei bastardi avevano ucciso Enoch. Flux strinse i pugni. Desiderò poterli uccidere ma si dominò. Non aveva il pieno controllo dei suoi poteri. Era vulnerabile, e per lo più non sapeva quanti erano i nemici. Davanti a una simile situazione la soluzione era una sola. Fuggire. Si eclissò tra le vie della città, facendo perdere le sue tracce nella folla in uscita da una discoteca. Arrivò in quella che era una delle sue case sicure alle 06:21 di mattina. E ancora, il cuore pareva balzarle in petto, pronto a smettere di battere. Si accasciò su una sedia, cercando di calmarsi. “Ne verrò a capo…”, si disse, “A ogni costo!”. Poi ricordò. Il Dr Strange. Era lui che l’aveva riportata tra i vivi, grazie al sacrificio fatto da Blade. E lui avrebbe avuto le risposte che lei cercava.
Trovare l’abitazione di Strange non fu un problema: l’Informatore di Flux ci mise pochissimo tempo. La nera si recò sul posto il giorno stesso. Si sentiva malissimo, stanca. Lenta. “Sto morendo.”, si accorse di tremare. Fissò l’abitazione dello Stregone Supremo. “Speriamo possa aiutarmi…”, pensò. Mosse due passi verso il cancello. E si sentì osservata. Il Dr. Strange apparve atterrando delicatamente davanti a Flux. Non pareva sopreso di vederla. -Beh, qualcosa mi dice che non é una visita di cortesia.-, disse. -Vorrei davvero che lo ...