Flux: visioni di cambiamento
Data: 08/07/2024,
Categorie:
Etero
Lesbo
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... abiti a Dresda.-, disse il vecchio. -Capisco.-, disse lei. Era un lavoro come un altro. -Cinquemila dollari adesso, e diecimilla a lavoro fatto sul conto che mi ha indicato.-, disse il vecchio. Quella condizione era già stata stabilita (da lei, non da lui) in precedenza ma evidentemente quell’ometto si sentiva in dovere di ricordarle tutto ciò. -Sì.-, disse lei. Il vecchio parve sgonfiarsi. Poi annuì. Schioccò le dita. Il Bodyguard estrasse una mazzetta di banconote e le mostrò alla nera. Flux le controllò. Sapeva riconoscere dei soldi falsi e quelli non lo erano. Annuì, riponendo il contante nella borsa. Sorrise, come per sciogliere la tensione. -Bene. Avrà mie notizie tra… tre giorni.-, disse. Si voltò senza salutare. Non le servivano sensi potenziati per sapere che il vecchio le stava fissando il fondoschiena. Arrivata al suo mezzo, disse all’autista di muoversi. L’uomo annuì. Era un precario, uno che Flux aveva pagato per darle dei passaggi qua e là. Faceva il suo lavoro senza farsi domande o scrupoli. Ma era solo quello, un autista. Anche lui la guardava con desiderio, persino in quel momento. Ma Flux sapeva bene che il fare sesso con quell’uomo le avrebbe solo procurato guai, così si limitò a ignorare quello sguardo. La notte prima aveva dormito poco e il suo mezzo era chiuso e climatizzato. Regolò il sedile per stare più comoda e si assopì.
Il sogno le giunse all’improvviso, si scoprì a camminare in una valle lussurreggiante, piena di vegetazione. Una vera e ...
... propria giungla. Camminò per un po’ e poi lo vide. Il tempio. Una sorta di ziggurat dalle pareti piene di simboli e scritte che le parevano in Sanscrito. Sentì di essere arrivata alla meta e si avvicinò. Percepiva una vibrazione, un richiamo mistico che non riusciva a comprendere fino in fondo. Appena toccò le pietre del muro del tempio, sentì la sua pelle scottare…
-Ehi.-, una mano la scosse non troppo dolcemente, -Ci siamo.-. Flux aprì gli occhi, riprendendosi. Il sogno le aveva lasciato addosso una sensazione che aveva provato molto raramente, quella di essere come sdoppiata, la sequenza di immagini oniriche le era rimasta in testa. Si stiracchiò, per darsi un tono. -Grazie.-, disse. Estrasse due banconote da cento dollari e le allungò all’autista. Lui le intascò senza fiatare e la nera scese. Meno di due ore dopo era all’interno di uno dei suoi rifugi, una casa intestata alla signorina Vanhaume (una delle sue identità fittizie). Contattò il suo informatore di fiducia, ordinandogli di iniziare a cercare tutto il possibile su Armin Holoff. Poi mangiò qualcosa, riscaldando una pizza surgelata e fece una doccia fresca. Passò le successive due ore ad attendere leggendo un romanzo di Lovecraft. Infine, notando che non rispondeva, fece un po’ di esercizio fisico. Il jingle della chiamata in arrivo la strappò dai suoi pensieri. -Pronto?-, chiese. -Armin Holoff, ex archeologo e trafficante di opere d’arte, socio d’affari di Helmut Freihaus. I due hanno litigato per una questione di ...