Flux: visioni di cambiamento
Data: 08/07/2024,
Categorie:
Etero
Lesbo
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... profitti. Helmut poi ha subito un’aggressione che gli é costata una degenza in ospedale e la perdita della moglie e del figlio.-, disse l’informatore. Flux annuì. -Dove si trova, ora?-, chiese. Silenzio. Tasti battuti. -è residente a Dresda, nel centro storico. Ma la sua casa… é una vera fortezza.-, disse lui. -Troverò il modo di entrarci.-, disse lei. -Lo so. Sei la migliore.-, replicò l’hacker. Flux sorrise e chiuse la chiamata. Era pur vero che quella galanteria era fine a sé stessa: lei e quel tizio non si sarebbero mai incontrati. Lui era solo un informatore, quasi neanche una persona, solo dati e parole attraverso l’etere e lei per lui era solo una cliente. Tra loro ci sarebbe stato sempre e solo quel discorso. Quella continua domanda e offerta. Puro e semplice rapporto d’affari. Fine. Prenotò un volo per Dresda e uscì. Bevve qualcosa a un bar, respinse due tizi poco interessanti che ci provarono spudoratamente con lei, rincasò e tornò a letto.
Un oggetto bizzarro. Una sorta di disco d’ottone. Brillava. Aveva delle scritte lungo il bordo. Sanscrito, ancora. Poi una voce tuonò, da ovunque e nessuna parte. -Tu viaggi, uccidi, inconspaevole. Sei morta. Salva la tua anima, salvati finché puoi!-. Flux si strappò dal sonno, svegliandosi col battito a mille. Cosa diavolo voleva dire quel sogno? Era morta, sì. Ed era stata riportata indietro. La mano le corse al tatuaggio. Una runa ignota che baluginava sanguigna sulla sua pelle scura. La stessa runa che c’era sul ...
... petto di Blade. Il simbolo del suo sacrificio. La nera si alzò. Inutile tergiversare. Preparò i pochi bagagli e uscì. Il volo sarebbe partito tra cinque ore. Attese. Poi, improvvisamente, mentre attendeva al Gate, accadde qualcosa. La sua mano destra divenne acqua. Improvvisamente e senza motivo. Flux dominò lo shock. Era da quando aveva scoperto i suoi poteri che non le succedeva. Non andava bene. Ma sapeva di non stare male. “Cosa diavolo mi succede?”, si chiese. Espirò, dominando il timore. Si accorse che il Gate era aperto ora. Salì sull’aereo cercando di non mostrare paura o dubbi.
Arrivò a Dresda nel pomeriggio. Prese una stanza in un hotel di media categoria, nel centro storico. Dresda non le piaceva. Quella città aveva sofferto enormemente, come lei. Ma pareva essere bloccata nel tempo, i resti di bunker antiarei e le stesse pietre portavano evidenti segni di ciò che era accaduto. “Una città sfregiata. Forse non si riprenderà mai più”, pensò. passeggiò per i viali finché non vide la casa di Holoff. Un appartamentino, una casa monofamiliare. A giudicare dal suo informatore, quella casa era una maledetta fortezza. Gironzolò in zona, cercando di non dare nell’occhio mentre studiava la zona. Fortunatamente c’erano vicoli, posti in cui nascondersi… Sì, non sarebbe stato nulla di particolarmente difficile. Sorrise.
Si concesse una cena in un ristorante locale, poi uscì ancora, verso la mezzanotte, per verificare ulteriormente le condizioni della zona. E proprio mentre ...