Flux: visioni di cambiamento
Data: 08/07/2024,
Categorie:
Etero
Lesbo
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... corpire il volto la guardava. E ancora, appena entrata, le uscite si chiusero. -Tu sei la prova, vero?-, chiese. L’uomo sfoderò una spada. Un’arma dalla lama curva, tipo scimitarra. E la attaccò. Flux schivò i primi due attacchi, piroettando e rotolando, balzando all’indietro e cercando di contrattaccare quando possibile. Ma la verità era che senz’armi non avrebbe mai potuto vincere. -Che diavolo devo fare? Che cosa devo fare?!-, chiese. Un fendente la ferì. Vide le dita della mano destra staccarsi. Bruciore, rabbia. Gridò di dolore. -Figlio di puttana!-, ringhiò. Sferrò calci e pugni, cercando di controbattere. Inutile: l’uomo si limitava a schivare e contrattaccava. La scimitarra andò a segno nuovamente, incidendo la pelle della schiena di Flux dipingendo una linea cremisi dalla spalla alle costole opposte. Era una piccola ferita ma insieme alle dita… Ci sarebbe morta. Lentamente. -No… non sono arrivata qui per questo!-, ringhiò. Si lanciò in avanti, cercando di colpire il nemico. Schivò un fendente e un altro. La scimitarra impattò contro il muro, rompendosi. -Ah!-, esclamò Flux. Sì, ora poteva vincere, a meno che… Il bastardo estrasse una spada dalla lama diritta e lunga. A meno che non estraesse un’altra arma. -Ok…-, disse. Il bastardo le arrivò addosso di nuovo. Fendente, fendente, un altro e infine un terzo. La coscia destra della nera si aprì in uno squarcio cremisi. Flux ringhiò, incoerentemente, consapevole che se non l’avesse uccisa quel bastardo lo avrebbe fatto ...
... il sanguinamento. Ma alla fine non poteva vincere. Solo accettare, solo rimettersi al fato. Solo rinunciare, cedere. Arrendersi al suo destino. Per impietoso che fosse. Cadde in ginocchio. -Fai ciò che devi.-, disse. Il tizio le appoggiò la spada sul petto, proprio sul tatuaggio che aveva da quando era tornata dai morti. E spinse. La trapassò impalandola sulla lama. Flux sentì il cuore cercare di battere, il cervello che ancora ragionava. Sorrise. Andava bene, no? Aveva vissuto una buona vita e alla fine l’aveva detto che non era degna di quell’Astra. Se doveva morire lì, almeno poteva dire di aver tentato di tutto prima e così era stato. Chiuse gli occhi.
Li riaprì. Le ferite erano sparite. Tutte. Controllò e notò che stava bene. Si alzò a fatica. -Quanto tempo?-, chiese. -Almeno due ore. Normale, dopo lo shock di una morte apparente. Sei stata brava. Anche di fronte alla morte, in molti non sanno arrendersi finché non sono morti. Ciò che hai fatto non é stato da poco.-, disse Anjali. -Era fottutamente reale, lo sai questo?-, chiese Flux. -Era. Appunto. Concentrati. L’ultima prova é la più difficoltosa.-, disse l’indù. -E che cosa sarà mai, sentiamo?-, chiese. -La carne.-, rispose con semplicità Anjali. -Oh… molto specifico, direi.-, ironizzò la nera. -Abbastanza, ritengo.-, ammise l’altra. Le uscite erano di nuovo agibili. Flux proseguì. -Così… questa é l’ultima prova?-, chiese. Nessuna risposta. -Simpatica, me stessa. Molto simpatica.-, sospirò lei. Si trovò davanti una ...