1. In classe


    Data: 24/03/2024, Categorie: Etero Autore: Nepenthes, Fonte: Annunci69

    ... adibita provvisoriamente a sala trucco.
    
    Alle otto in punto le aule si sarebbero riempite esattamente come tutti i giorni, le lezioni si sarebbero svolte regolarmente, come al solito, tranne una, quella della quinta C, dove la Anselmi avrebbe tenuto la sua Lectio Magistralis. Se solo si fosse presentata, naturalmente.
    
    Alle Sette in punto la Anselmi, puntualissima, arrivò, e tutti sospirarono.
    
    Le truccatrici la aggredirono armate di cipria e fard. Fabrizio Rossetti la spogliava con lo sguardo mentre la truccavano.
    
    - "Niente di meglio da fare, signor Rossetti?"
    
    - "Cosa potrebbe esserci di meglio, Luisa...?"
    
    Alle otto meno un quarto il set della quinta C era pronto. Gli alunni e le alunne, alcuni di loro selezionati da altre classi, perfettamente disposti a secondo della propria fotogenia, ad ornare inquadrature strategiche.
    
    Alle otto, meno due minuti, la professoressa Anselmi percorse il tragitto che la conduceva all’arena mediatica, tra i monitor accesi che la trasmettevano nel corridoio per quanti non fossero potuti entrare, per mancanza di spazio e per ovvie ragioni coreografiche, all’interno dell’aula. Bidelli e colleghi, qualche alunno anarchico, vicini anch’essi ai monitor - dai quali avrebbero assistito alla diretta - la incoraggiavano come ad un ciclista del Giro d’Italia sul Mortirolo: “Dai che ce la fai!” , “Coraggio!”, “Forza Luisa: falli neri!”. Lei annuiva con un sorriso nervoso, che però non coinvolgeva gli occhi.
    
    Alle otto meno un minuto, ...
    ... tirò un bel sospiro ed entrò in aula, lei e la sua inseparabile gonna, accolta dalla standing ovation dei suoi alunni. Notò subito che le avevano cambiato la cattedra. Ne avevano messa una più ampia, di legno scuro, chiusa davanti per ragioni di retro proiezioni televisive, moderna, stilosa, elegante. Non ebbe neanche il tempo di compiacersene.
    
    Alle otto in punto, al suonare della campanella, si accesero le luci, il ciack annunciò l’inizio della diretta.
    
    La Anselmi annunciò il tema della sua Lectio Magistralis.
    
    Nonostante un leggero, comprensibilissimo, tentennamento iniziale, la lezione prese subito il giusto ritmo, il gobbo davanti aiutava molto la professoressa a non perdere il filo né il ritmo del discorso. Tutto filava liscio. Inquadrature, ritmo, luci, commenti fuori campo, didascalie in sovrimpressione. C’era perfino un’addetta che traduceva nel linguaggio dei segni. Lei si stava ricordando tutto, era perfetta, fluida, sintetica e precisa, Perfino la postura, le mani sempre in vista, appoggiate al piano del tavolo, al fianco dei fogli degli appunti che, di tanto intanto, sfogliava con la punta delle dita, come da precise direttive del regista. La schiena dritta, il mento alto. Il sorriso sapientemente accennato, mai sguaiato, mai volgare. Nessun ammiccamento o espressione a sottolineare personali interpretazioni o pareri su teorie o assiomatiche puramente oggettive.
    
    Luisa Anselmi. La giovane e casta, proba e incorruttibile Luisa Anselmi, stava dimostrando ...
«12...789...13»