In classe
Data: 24/03/2024,
Categorie:
Etero
Autore: Nepenthes, Fonte: Annunci69
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Tutti i nomi e gli avvenimenti, presenti in questo racconto, sono frutto di fantasia. Ogni riferimento a fatti e persone esistenti è puramente casuale.
Pensava di essersela meritata mentre camminava velocemente, un passo dopo l’altro, con falcata ampia e sicura, facendo risuonare i tacchi sul gres porcellanato dell'infinito corridoio dell’Istituto Tecnico Commerciale Aldo Annovazzi di Milano. La professoressa Luisa: giovane, brillante e intelligente, quasi a dispetto della sua prorompente bellezza. Bellezza che aveva sempre voluto tenere sotto traccia rispetto al proprio livello intellettivo - in spregio ai soliti stereotipi maschilisti - ma che l’aveva aiutata eccome, però, ad apparire, seppur sporadicamente, nei principali broadcast televisivi nazionali. Il che cominciava a renderla piuttosto famosa. Si trattava solo di programmi “salottieri”, trasmessi in seconda serata, stupidi, insulsi, per questo molto seguiti. Lei era la professoressa arcigna e irreprensibile, nonostante la sua giovane età. Quella che aveva inventato, e brillantemente attuato, il nuovo approccio didattico propedeutico alla completa riabilitazione e al totale recupero dei ragazzi di strada: sbandati, delinquenti, drogati e disadattati, che l’Istituto Annovazzi si proponeva di raccogliere e rieducare nel quartiere feccia dove affondava le proprie giovani fondamenta.
Luisa Anselmi non era una semplice professoressa giovane e carina. Lei era il cuore pulsante ...
... dell’Aldo Annovazzi, ma anche la sua nuova linfa vitale, viste le nuove sponsorizzazioni che, grazie a lei e alle sue apparizioni televisive, cominciavano a rimpinguare generosamente le casse dell’Istituto.
Mentre i suoi tacchi echeggiavano con rintocchi regolari tra le pareti nude e gli attaccapanni del corridoio che portava all’ufficio della Presidenza, la porta della seconda C si aprì di colpo alla sua destra vomitandone fuori Fabrizio Rossetti, che si affiancò a lei sforzandosi di coordinarsi al ritmo sostenuto del suo passo.
- "Ah! Buongiorno, signor Rossetti." Esclamò Luisa, senza espressione, senza distogliere il viso dalla direzione della propria meta: la porta dell’ufficio del direttore scolastico.
- "Macché buongiorno e buongiorno… dai Luisa. Sono mesi ormai che ci conosciamo. Cos’è questo Buongiorno Signor…? Ciao Fabrizio! Non ti sembra il caso di darci del tu? Dopo tutto questo tempo. A proposito ti ho già detto che oggi sei bellissima? Con questa gonna sei uno schianto."
Il vice preside Rossetti, con atteggiamento supinamente patetico tentava di sdilinquire l’inespugnabile moralità dell’irreprensibile docente-modello potenzialmente modella.
- "Ma che cosa dice signor Rossetti? Mi faccia il favore va! Io, indosso sempre la gonna. E sa perché indosso sempre la gonna? Perché in questa società maschilista e sessista, grazie anche a gente come lei, mi vedo moralmente costretta a dimostrare che una donna può fare carriera senza dover rinunciare alla propria ...