In classe
Data: 24/03/2024,
Categorie:
Etero
Autore: Nepenthes, Fonte: Annunci69
... e conclusiva del suo discorso, a pochi minuti dal suo trionfo, come una maratoneta alla vista del tanto agognato traguardo. Ciò le diede energia inspersata, molto slancio e ulteriore sicurezza. Però, proprio in quel preciso istante sentì qualcosa, qualcosa tipo della consistenza di una lumaca, strisciare lentamente, molto lentamente, tra le piccole labbra della sua illibata “passerina”, come l’avrebbe definita essa stessa, partendo dall’orifizio vaginale, prolungava lentamente la sua devastante marcia verso la sommità, proprio laddove si congiungono le labbra, dove la sua piccola protuberanza clitoridea si irrigidì spaventosamente a dispetto di ogni sua stoica ed orgogliosa resistenza, contro ogni sua volontà. Una volta raggiunto il magico bottone, come se non bastasse, la perfida lumaca si ritrasse, risucchiando l’ormai sensibilissima protuberanza all’interno della sua umida tana di labbra carnose che la succhiarono e la circondarono di calda saliva e morbide mucose con sfregamenti appena percettibili quanto devastanti nel proprio effetto.
Luisa si rese conto che la sua vulva si era completamente bagnata e le pareti della sua vagina incredibilmente sensibilizzate, e quello che la mandava in bestia era che questo stava succedendo nonostante la sua ferma volontà di impedire che ciò avvenisse. Nonostante la sua rabbia. Nonostante il suo disgusto. E presto, quello che, inizialmente, da lei venne percepito come uno strano, fastidioso solletico, si trasformò in un, più ...
... costante, flusso crescente di inspiegabile e ineluttabile piacere. Luisa cominciò a sudare, mentre quella fradicia lumaca si era trasformata in sanguisuga. Una maledetta sanguisuga che indugiava ostinatamente nell’umido ambiente ideale che ella stessa, involontariamente, le offriva. Più la sanguisuga indugiava sul suo turgido bottone, con lenti movimenti circolari, più il piacere aumentava. Prima localizzato su quel punto, poi irradiandosi man mano a tutto il basso ventre e poi ancora riversandosi violentemente nei nervi della schiena, attraversando il muscolo pelvico, come una potente scossa elettrica. Luisa non potè trattenersi dall’inarcare la schiena. Notò che anche gli altri, la platea, avevano notato. Nulla di irreparabile ma ci mancò poco. Così tentò di svincolarsi dalla lubrica ventosa del suo parassita incurvando la schiena in modo da spingere il suo piccolo mollusco fuori dalla portata della vorace sanguisuga. Mossa abile. Ora la sua vagina era quasi completamente spalmata sulla seduta della sedia, praticamente irraggiungibile dalle fauci perverse di Pampuri. Sospirò e guadagnò tempo prezioso. Ma l’illusione della vittoria durò poco, fino a quando avvertì una mano aperta, con il palmo verso l’alto, intrufolarsi con forza sotto il suo sedere. Ciò non bastò, con sua soddisfazione a spostarla di un centimetro, fino a quando, però, il dito medio di quella mano si piegò proditoriamente verso l’alto, infilandosi faticosamente nella sua vagina come un’anguilla in una tana troppo ...