Elsa capitolo 4
Data: 13/03/2024,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: lecap, Fonte: Annunci69
... spinta senza più riflettere razionalmente, ad annullarsi in balia di una persona.
Trascorso un periodo indefinito, la BMW si fermò davanti a un cancello che, dopo il lampeggio di una luce arancione, si aprì. Ancora poco e percorsa una piccola discesa, un’altra saracinesca, ubbidiente a un celato ordine, permise di accedere in una autorimessa.
Il motore si fermò e di nuovo, l’autista le aprì lo sportello, permettendole di scendere. Senza una parola, quello si diresse alla porta di un ascensore e una volta al piano, le fece cenno di entrarvi.
Elsa stava vivendo una situazione surreale; non sapeva dov’era, cosa l’aspettava e persino il suo strano accompagnatore, sempre silenzioso, non faceva che farle aumentare l’inquietudine.
La porta si riaprì dopo qualche secondo, direttamente su un ampio soggiorno. Evidentemente si trovavano in un edificio indipendente. Una villa o forse una piccola palazzina privata. Forse, invece e come aveva visto a Milano, un condominio esclusivo dove gli ascensori, muniti di strumenti di sicurezza, si aprivano direttamente negli appartamenti che occupavano, ognuno, un intero piano.
L’arredamento era sobrio e un grande tappeto orientale occupava quasi interamente il pavimento in marmo. Una voce proveniente da un corridoio a desta, chiamò la sua voce; senza la scorta dell’autista che si dileguò, Elsa si diresse in quella direzione trovandosi in un grande studio. Alla scrivania Vermeer mentre, in piedi accanto a lui un uomo, dagli occhi ...
... azzurrissimi. Era biondo, alto e vestiva sportivo anche se con indumenti firmati.
La invitarono a posizionarsi dietro un tavolo inquadrato da una telecamera; un drappo celava alcuni oggetti.
“Benvenuta all’inizio dei tuoi giorni di riscatto di una lettera. Ti presento Giorgio, un mio caro amico, italiano come te. Ora lui metterà alla prova la tua buona volontà”.
L’altro digitò qualcosa sulla tastiera di un pc e subito dopo un grande scherzo fissato su una parete si illuminò.
L’immagine era divisa in molti quadrati. Tutti bianchi tranne quello che la riprendeva, inquadrata dalla web cam posizionata di fronte a lei. Si vide ritratta dalla testa fino quasi alle ginocchia perché il tavolo le nascondeva il resto delle gambe.
Dopo poco, un quadrato vuoto inquadrò il viso di un giovane uomo; ancora qualche secondo e un’altra porzione mostrò quattro giovani ragazzi che osservavano incuriositi. In breve tempo sul grande schermo si formò una platea di spettatori.
“Rimarrai ferma così oppure pensi che chi ti sta osservando preferirà vedere di più?” le domandò sarcastico Giorgio.
A Elsa ricevere degli ordini da una persona diversa da Vermeer, diede un pugno nello stomaco. Vero che aveva accettato di fare ciò che il presidente di Roger le avrebbe chiesto. Pensava o forse sperava ci sarebbe stata interazione solo tra loro due. Così, invece, iniziava a capire cosa avesse inteso quando, in caffetteria, le aveva anticipato che avrebbe dovuto ubbidire sempre e comunque.
Con ...