1. La Caduta. Atto Quinto. Della Battaglia di Brixiate.


    Data: 05/01/2024, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... bastardi. La linea del sangue deve proseguire pura.-, disse. Lui annuì. Ovviamente non disse nulla degli amplessi con Aristarda. Non che la cosa fosse problematica. Sapeva che anche altri della Stirpe avevano trasgredito a quel comandamento. Ma Aristarda era intoccabile, protetta in modo eccelso e al di là di qualunque minaccia. Serena si impalò sul membro di Proximo, lasciandolo affondare dentro di sé sino alla radice. Proximo sprofondò in un abisso rovente. Lei lo baciò. Gemettero entrambi mentre la giovane stabiliva il ritmo. Lui seguiva i tatuaggi lungo il suo corpo, simboli che per i normali romani di licaneo lignaggio nulla significavano, eppure per lui erano leggibili, come un libro aperto. Lei lo baciò, lui le accarezzò i seni. Lei sorrise. Continuò per un tempo che parve infinito. Infine, Proximo eiaculò prepotentemente dentro Serena. La giovane si alzò, cercando di limitare la perdita di seme. Il suo destino era generare la futura discendenza della Stirpe. Si rivestì. Era stato un amplesso breve, piatto. Nulla di appassionato, solo mero istinto riproduttivo. -Addio Proximo Lario, onorevole condottiero. Possa tu trovare pace.-, sussurrò lei. -Addio, Serena Prima, Comes Imperatoris et Magistra Militum. Compi ciò che io non potrò veder fatto.-, disse ...
    ... lui. Appena fu uscita, le luci si spensero. E Proximo dormì.
    
    Il giorno dopo non accadde nulla. Quello dopo, Septimo Nero emanò il verdetto. Per la ribellione e il crimine di tradimento nei confronti del Trono Imperiale, Proximo Lario sarebbe stato crocifisso. Un supplizio noto. Ma ci sarebbe stato un particolare: la crocifissione di Proximo avrebbe avuto come seguito il rogo. Una pena terribile. Evidentemente, Aristarda non si era piegata. Proximo morì com’era vissuto: dignitosamente, onorevolmente e fiero. Nei suoi ultimi momenti dileggiò Septimo Nero, dichiarandolo indegno del suo regno, blasfemo, incestuoso e crudele, dicendosi fiducioso della sua prossima caduta. Più di una persona mormorò qualcosa d’indistinto, suppliche di pietà per quel martire dell’Impero, vero campione di virtù. L’eroe che l’Impero non meritava, ma di cui aveva bisogno, e che ora gli veniva strappato. Septimo guardò quell’uomo bruciare.
    
    Infine, Septimo tornò a Roma come un conquistatore. Lieto della vittoria, il Senato non si oppose alle sue nuove riforme, neppure alla costruzione di un monumento alla vittoria di Serena Prima. Ma nonostante la vittoria, la congiura continuava.
    
    Ricostruito da varie fonti dalla comunità degli Abdicati, anno dodicesimo dalla Caduta dell’Impero. 
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