La Caduta. Atto Quinto. Della Battaglia di Brixiate.
Data: 05/01/2024,
Categorie:
Erotici Racconti,
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Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... Magister Militum.-, esordì questi. -Ringrazio. Ma sono certa che non sia tutto qui, dico bene? Parla senza timore: i messaggeri sono sacri per me. Nutriti, bevi.-, disse lei indicando il tablinum su cui giacevano piatti con pane, formaggio e calici di vino blando, -Mi scuso per la povertà dell’accoglienza, ma non sapevo che Aristarda avrebbe inviato un messaggero.-. Il giovane sorrise. Non vestiva l’armatura né portava armi. Normale: era sotto una bandiera di tregua, un’usanza sacra finanché per le barbariche stirpi d’oltreconfine. Violarla avrebbe significato la perdita di qualunque onore. Sebbene Septimo non ne avesse più alcuno, Serena non si sarebbe abbassata a tanto. Il giovane prese il calice di vino. Bevve qualche sorso, annuì. Lei fece lo stesso, bevendo metà del contenuto in una sorsata. -La mia signora, ben conscia della tua fama, e il mio generale, oltremodo consapevole della tua integrità t’invitano a riconsiderare la tua alleanza. L’Imperator é colpevole di quanto la mia signora ha divulgato e di certo, sifatta lealtà nei suoi confronti non é dovuta. Proximo Lario ti porge il ramo d’ulivo della fiducia e del perdono di Aristarda Nera, Imperatrix in esilio e ben più ragionevole e legittima del fratello che ha lordato l’Impero agli occhi degli Dei.-. -Invero, comprendo le ragioni di quest’ambasceria. Riferisci alla tua signora che sono grata di tanta considerazione e a Proximo Lario sia detto che nutro per lui enorme stima, ma non posso esimermi dal mio dovere, ...
... é ciò che gli Dei hanno voluto per me.-, disse Serena. Finì di bere e masticò un pezzo di pane cotto al forno secondo i metodi antichi. Il messaggero s’incupì. -Nobile condottiera, ti esorto a rivedere la tua posizione. Le nostre forze vi superano di ben diecimila uomini. Proximo Lario non ha mai perso una battaglia. Non perderà questa.-, disse. -Questo non sta né a me, né a te, neppure a Proximo stesso.-, rispose Serena. Il messaggero sospirò. Mangiò del formaggio come per darsi un tono. -Messaggero, potrebbe forse il ferro nella forgia alzarsi e chieder di divenire utensile o arma? No! Così, io sono nelle mani del fato, che plasmi la mia esistenza come ad esso piacerà!-, disse lei. -Invero, mi addolora saperti tanto determinata. L’armata di Aristarda Nera ha fatto campo. Domani all’alba saranno schierati e pronti. E domani, gli Dei decideranno il destino dell’Impero.-, rispose il messo. Si alzò dallo sgabello. Serena annuì. -Porta a Proximo Lario i miei saluti. È un onore averlo come nemico, un piacere maggiore sarebbe averlo come alleato ma so e comprendo che ciò non é possibile. Lui ha fatto una scelta, io ho fatto la mia. Gli Dei decideranno chi ha ragione e chi no.-, disse la giovane. Inchinatosi, il messo uscì.
Septimo Nero entrò pochi minuti dopo. Serena gli rivolse un inchino. -Vedo che la tua lealtà resta invariata, anche a dispetto di tutto.-, notò l’Imperator. -La mia lealtà resta al trono e il trono é il tuo, Imperator.-, disse lei. Nessun altro formalismo. ...