La Caduta. Atto Quinto. Della Battaglia di Brixiate.
Data: 05/01/2024,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
Il giorno prima della Battaglia, Serena Prima osservava il campo con piglio fiero. Le truppe erano schierate. Brixiate era già stata fortificata. Le forze lealiste avevano preparato trincee e posizioni fortificate, decise a restare in posizione difensiva. La giovane, conscia del peso del momento espirò, fissando lo sguardo verso il cielo, oltre le linee amiche. Come a rispondere alle sue preghiere, un’aquila volò sulla sua testa, verso Brixiate per poi tornare verso gli acquartieramenti dove Septimo Nero, l’Imperator, stava ispezionando le truppe, accompagnato dalla Guardia. All’orizzonte, i nemici erano in movimento. Truppe di fanteria e diversi mezzi terrestri. Aristarda Nera aveva abboccato all’amo. Spinta dall’odio per suo fratello aveva deciso di correre il rischio. Serena sorrise. La battaglia era prossima. E la vittoria era garantita. -Mia signora?-, chiese un Legato. Erano presenti tre legati, tre legioni, contro le quattro di Aristarda. Una disparità numerica enorme. -Quest’oggi faremo la Storia, Niverio.-, disse lei. -Sì. Signora, non sarebbe il caso di condurre l’Imperator verso un luogo più sicuro? L’artiglieria di Aristarda potrebbe aprire il fuoco…-, propose lui, visibilmente preoccupato. Serena sorrise. Niverio Siriaco era un ufficiale di carriera nel pieno del tramonto. Quella sarebbe stata la sua ultima battaglia e voleva comprensibilmente assicurarsi che non venisse macchiata dall’inqualificabile vergogna della disfatta e della morte dell’Imperator. -Non ...
... preoccuparti, Aristarda non aprirà il fuoco. Non ancora.-, disse. -Come lo sapete, mia signora?-, belò Niverio. Lei sorrise di nuovo. -Vuole che Septimo muoia, ma esige di poter provare la sua morte. Lo vuole morto, ma riconoscibile. L’artiglieria non permetterebbe tale riconoscimento, ergo non c’é da temere.-. -Mia signora, Megista sta officiando i riti finali. È d’uopo che lei sia presente.-, disse Ethelus. Altro Legato ben giovane. Un pomposo raccomandato. Serena scosse il capo. -Io so già cosa gli Dei hanno decretato per questo giorno. Non hai tu visto l’aquila fiera volare sul nostro Imperator? Presagio fausto!-, esclamò. Ethelus tacque. Annuì. Non c’era altro da dire. -Gli auspici di Megista sono altresì favorevoli, mia signora. L’esercito nemico sta inviando un messaggero. Sono ancora distanti e non avanzano.-, disse Niverio. -Che mi sia portato. Che siano portati cibo e vino.-, ordinò Serena, -Lo riceverò nel Praetorius.-.
Il Praetorius era una tenda spartana con mappe e una branda. La dimora temporanea di Serena Prima, il suo quartier generale. Il messo, un giovane dal bel viso rubicondo, sorrise con un leggero inchino. Cortesia dovuta. Serena ricambiò. -Serena Prima. Comes Imperatoris et Magistra Militum, saluteo tibi.-, disse in Lingua Alta. -Ego saluteo tibi, vicarus. Quid dicaet hostes mei?-, chiese lei come da cerimonia di licanea memoria. -Aristarda Nera porta i suoi saluti, é ben a conoscenza della tua fama, come lo é Proximo Lario, Comes Imperatricis et ...