1. La Caduta. Atto Quinto. Della Battaglia di Brixiate.


    Data: 05/01/2024, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... piegherà mai a te per riavermi.-, rispose lui. -Oh, no! Hai frainteso, Proximo. Io credo che Aristarda sia cocciuta tanto quanto me, e forse anche di più, ma sicuramente comprenderebbe il suo errore se tu ti schierassi con me. Immagina… Tu e Serena Prima… L’Impero sarebbe unito, di nuovo…-, la voce dell’Imperator era divenuta bassa, sussurrata, un incantesimo intessuto con sublime maestria oratoria, -Persino Aristarda capirebbe… Non é forse quello che vuoi? Non ti lamentavi delle vite inutilmente spese?-, chiese. Proximo espirò. L’Impero unito… L’Impero nuovamente saldo… La fine di quella guerra civile. Con Septimo sul trono? Mai! -Possano i Tre Mondi bruciare prima che io mi unisca a te!-, esclamò Proximo. Vi fu silenzio. -Capisco. Proporrò comunque a mia sorella un accordo. Nulla di eccessivo. E se non dovesse accettare, beh… diciamo che farò sì che tutti comprendano la situazione.-, disse l’Imperator. Si alzò, lisciandosi la toga majestatis e uscì dalla cella, lasciando Proximo al suo rancio freddo.
    
    Brixiate era in festa. La Battaglia di Brixiate, come sarebbe passata alla storia, era stata una sconcertante vittoria di Septimo. Ethelus festeggiava con i suoi ufficiali tra vino, donne, cibo e giovani efebi. Tastò le natiche di un’ancella, scolandosi un calice di vino, stringendo la giovane carne con gusto. L’ancella sorrise, ma dietro il sorriso c’era altro, che lui non vedeva. -All’Imperator! Ave!-, esclamò. Altri gli fecero eco. Un autentico baccanale privo di ...
    ... regole o remore. Gli ufficiali s’ingozzavano mentre bevevano o scopavano. Un Centurione veniva sollazzato da un giovinetto dalla pelle scura, mentre un Tribuno sodomizzava di gran lena una giovane dalla carnagione ambrata. Due suonatrici d’arpa parevano immuni alle carezze lascive e nient’affatto discrete di due alticci ufficiali e continuavano nella loro opera, devote al loro compito. Una ballerina stava subendo l’assalto di un ufficiale che la possedeva senza troppi riguardi mentre un efebo gli sussurrava paroline dolci all’orecchio. Un Legato, Niverio, palpeggiava senza ritegno una giovane mentre un servo gli versava da bere. Non pago, il vecchio sollevò la veste della ragazza esponendone le nudità e prese a sondarle con le dita. Risate e schiamazzi. Serena Prima osservò tutto ciò per poco, pochissimo tempo. Non festeggiava. Aveva partecipato al trionfo serale solo e unicamente per una formalità. Aveva accolto le lodi senza montarsi la testa ed aveva offerto libagioni al Dio della Guerra per la vittoria, oltre ad aver gestito i riti funebri. Le pire dei morti ardevano ancora. Eppure i vivi erano lì, a celebrare la vittoria, illudendosi di aver salvato l’Impero. Volse le spalle alla “festa”. Aveva ancora del lavoro da fare.
    
    La porta si aprì di nuovo. Proximo sollevò il capo. Era scivolato nel dormiveglia. -Ave, Proximo.-, salutò Serena Prima. Dal vivo, sembrava diversa, meno altezzosa di come appariva nei rapporti d’intelligence. Il Legato sorrise. Congiunse la mani. -Ave, ...