1. Una moglie per bene nell’abisso della completa sottomissione (19)


    Data: 19/08/2018, Categorie: Etero Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    ... e, se lo vuoi veramente, raggiungi il tuo padrone.”
    
    MIA:
    
    “Cos'altro mi resta da fare? Ho anche firmato un contratto, ci sono dei filmati compromettenti e chissà chi li avrà visti o a chi li vedrà. Cosa posso fare se non continuare?” si avvicinò alla strada affacciandosi timidamente all’uscita e guardandosi attorno:
    
    RODOLFO
    
    “Non ti riconosco più. Solo uno sconosciuto poteva farti fare quel passo che io non riuscivo a farti compiere. Se esci ora sai che non potrai più tornare indietro.” Orala vedeva con altri occhi; era sua moglie o meglio quello che restava di lei, trasformata e trasfigurata, di una indecenza unica, mai vista. Eppure l’avevoa sempre desiderata così. Sapeva che ormai non l’avrebbe più fermata e che forse lui stesso voleva spingerla alla completa depravazione, sempre più verso un degrado sessuale senza limiti. Il gioco era finito e stava godendo Mia come avrebbe voluto vederla chissà da quanto tempo, trasgressiva, eccitante, solo che ora stava perdendo il controllo della situazione e sapeva che sarebbe stata trascinata verso le strade di un sesso perverso senza il suo controllo. L’idea di poterla perdere veramente lo angosciava, ma vederla pronta a camminare per strada così volgare lo eccitava al tempo stesso.
    
    “Avanti, allora se sei tu che lo vuoi: fammi vedere quello che sei!”
    
    MIA
    
    Lo guardai spaventata, e capii che mio marito mi stava abbandonando ora non avevo più scelte .Non era pià solo un’attrazione , se avessi continuato io non avrei ...
    ... deciso più nulla.
    
    Lentamente mi spostai e guardai il mio abito, quel microscopico pezzo di stoffa che a stento riusciva a coprire in parte le mie intimità. Mi fermai sulla porta, cogliendo gli sguardi che provenivano dalla strada.
    
    Non sapevo cosa fare, dovevo ubbidire stavo diventando la schiava di Jamaal non avevo altre scelte, ma la luce del giorno, la strada piena di gente mi facevano paura, un conto sarebbe stato uscire di notte senza farmi vedere, altro uscire quando era ancora giorno e per giunta vestita in quel modo, ammirata da sguardi dei passanti abituati a scorgere in ogni angolo le prostitute all’ingresso di alcuni locali.
    
    Mi resi conto con un tuffo al cuore del mio radicale cambiamento, in me non c’era più traccia della donna di qualche giorno prima.
    
    Ormai era tutto chiaro: avevo capito di aver superato ogni limite, pensai ancora una volta che mio marito scegliesse per me e volli mostrare un piccolo residuo di pudore e mi rivolsi a lui quasi supplicandolo.
    
    “No, ti prego – dissi con voce strozzata – come puoi … come faccio … non posso uscire così”.
    
    Ma il mio corpo mi tradiva. I capezzoli inanellati spingevano sulla stoffa, mostrando eccitazione, quell’eccitazione strana e perversa nel sentirmi forzata a fare cose che mai avrei mai immaginato.
    
    Abbassai gli occhi a terra per la vergogna di guardarlo in viso.
    
    Non avrei voluto uscire, non dovevo uscire, assolutamente non dovevo farlo, eppure feci un passo verso l’esterno ed uscii dal locale un ...
«12...8910...16»